Gli equivoci sul piano triennale

Continua l’equivoco sul piano triennale dell’offerta formativa il cui termine di presentazione è slittato, come si sa, dalla fine di ottobre (come prevedeva la legge 107/15) al 15 gennaio p.v. per ragioni oggettive di forza maggiore (il nuovo dimensionamento delle istituzioni scolastiche scade a fine anno).

Si potrà convenire che la scadenza del dimensionamento da parte delle Regioni era nota da tempo e che il Parlamento avrebbe dovuto tenerne conto nella roadmap della riforma, ma da questo ad affermare che le nomine in ruolo della fase C vengono ora fatte alla cieca per mancanza del piano o che, a causa dello slittamento di presentazione, il piano triennale subirà un ritardo di un anno, ne passa.

La legge in proposito è chiara: il piano triennale viene predisposto dalle istituzioni scolastiche nel corso del 2015-16 per diventare operativo dal 2016-17. E da quella data l’organico potenziato diventerà a tutti gli effetti organico aggiuntivo dell’autonomia scolastica.

La fase attuale ha, quindi, carattere transitorio e preparatorio.

I 48.812 docenti che saranno assegnati alle scuole (mediamente 6,5 docenti aggiunti per ogni istituzione scolastica) non verranno incardinati nell’organico della scuola; potremmo dire che hanno prima di tutto una funzione occupazionale.

Le scuole sono state invitate ora a segnalare il loro fabbisogno qualitativo, ma si sa già che dovranno accontentarsi di quel che passa il convento, in attesa di effettuare l’anno prossimo scelte mirate, confacenti con il piano triennale ufficiale.

Il piano triennale partirà, come previsto, l’anno prossimo; le istituzioni scolastiche hanno quindi più tempo per definire gli obiettivi della loro offerta formativa.