Emergenza Coronavirus: la scuola non si ferma. Le buone pratiche digitali che mandano avanti la scuola

L’intervento della ministra Azzolina: “Non dobbiamo avere paura, ma lavorare per i nostri studenti”

Quando l’emergenza chiama, la scuola risponde. Il Coronavirus nelle ultime ore ha costretto la chiusura di circa 26mila scuole. Quasi 4milioni di studenti sono obbligati a casa e ogni giorno si perdono oltre 1 milione di ore di lezione. Ma la scuola non può stare ferma e non vuole farlo. E allora racconta in che modo la vita scolastica può continuare con l’aiuto di podcast, webinar, videolezioni e piattaforme digitali. A tenere le fila della discussione è Tuttoscuola che il 25 febbraio ha realizzato il webinar gratuito “Emergenza Coronavirus: la scuola non si ferma. Col digitale al servizio degli studenti” nel quale è intervenuta anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina: “Dai momenti complessi può nascere tanta ricchezza”.

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Numerosi i dirigenti scolastici intervenuti che hanno spiegato come si stanno attrezzando per offrire servizi di formazione a distanza per i propri studenti. E oggi, questi presidi hanno messo la loro conoscenza ed esperienza al servizio di tutte le scuole che stanno vivendo un momento di difficoltà dando vita a una raccolta di buone pratiche da mettere al servizio della scuola.

Lo ha riconosciuto la stessa ministra Azzolina che ha aperto il webinar: “Grazie ai dirigenti scolastici, ai docenti e a tutto il personale scolastico che in questo momento ci sta ascoltando. Grazie per tutto il lavoro che state facendo, che avete fatto e che farete. È vero che stiamo vivendo un momento complesso, ma è vero anche che dai momenti più complessi può nascere tanta ricchezza, un’opportunità di mostrare come è possibile fare una didattica a distanza. Abbiamo best practices che funzionano, dobbiamo esportarle e far vedere che la scuola c’è. Io da Ministro non posso che ringraziarvi. Chiedo di non avere paura, dobbiamo lavorare per i nostri studenti e tutti insieme potremo fare un bel lavoro”.

Ad aprire la condivisione di buone pratiche è stato Ottavio Fattorini, Dirigente Scolastico co-fondatore del modello organizzativo D.A.D.A., Didattiche per Ambienti Di Apprendimento: “L’idea che ci ha mosso è quella di una grande chiamata in modo che la scuola che quotidianamente utilizza il digitale in maniera educativa possa condividere la sua esperienza”. Ha quindi raccontato in che modo la scuola usa la dimensione di didattica digitale: “Abbiamo una piattaforma che censisce le risorse disponibili messe in rete dai docenti. Ciascun alunno, accedendo a quella piattaforma, può usufruire di una delle tante lezioni che esistono in rete anche da remoto”.

Ad utilizzare una piattaforma è anche la scuola della preside Laura Biancato, Dirigente scolastico presso Istituto di Istruzione Superiore Mario Rigoni Stern di Asiago: “Nella nostra scuola creiamo classi virtuali in cui gli studenti e gli insegnanti possano condividere contenuti, crearli e assistere a videolezioni. In queste ultime ore, per essere di aiuto ad altre scuole che vivono in uno stato di emergenza, abbiamo creato un vademecum in cui abbiamo descritto le nostre pratiche di comunicazioni veloci e come mettere a punto videoriunioni e videolezioni”.

Certo, è possibile utilizzare questo tipo di didattica digitale con i ragazzi della scuola secondaria, ma cosa è invece possibile fare per i più piccoli? Lo spiega Stefania Strignano, preside dell’IC Ungaretti di Melzo, l’unico istituto comprensivo statale riconosciuto a livello internazionale come “Apple distinguished school”: “Noi utilizziamo una didattica integrata col digitale dai 3 anni di età. Oggi, per affrontare l’emergenza, abbiamo previsto un modello di orario per collegarsi a una piattaforma e mantenere una scansione oraria delle lezioni simile a quella della scuola. L’orario è stato condiviso con gli studenti. Abbiamo pensato a videolezioni e a momenti di condivisione via webinar con domande ed esercitazioni pratiche. Da lunedì daremo indicazioni sugli orari in cui collegarsi. I webinar saranno comunque registrati e si potrà disporre prima della videolezione e il webinar sarà un momento di confronto”.

Ma quali sono le piattaforme gratuite che le scuole possono utilizzare? Le ha descritte Giulio Massa, presidente degli Istituti E. De Amicis di Milano, scuola paritaria oggi molto attiva nelle nuove tecnologie per l’insegnamento: “Parliamo per esempio di Google Suite, Microsoft Teams e Apple iTunes U. Possiamo inoltre dare la possibilità di usufruire di canali tematici podcasting (YouTube, Garage Band e Spreaker). Tramite queste piattaforme, gli studenti possono addirittura caricare i compiti e riprenderli una volta corretti. Ora stiamo ragionando sul tema delle verifiche e delle interrogazioni”.

Non basta però uno schermo a risolvere il problema. La scuola è fatta prima di tutto di relazioni che in una situazione come quella data dall’emergenza da Coronavirus vengono a mancare. Prova a dire allora cosa fare Lidia Cangemi, dirigente del liceo Kennedy di Roma: “Credo che l’aspetto relazionale sia quello da mettere in grande evidenza perché si rischia di creare momenti di profonda solitudine. Un video non basta, ma la tecnologia può aiutare a creare momenti di condivisione”.

A chiudere il momento di condivisione ci ha pensato Alfonso D’Ambrosio, preside dell’Istituto comprensivo di Lozzo Atesino, sui Colli Euganei, una delle prime ad essere chiuse a causa del Coronavirus, tuttora in area soggetta a restrizioni: “Dobbiamo restituire normalità ai bambini, quella normalità fatta di sguardi, gesti e parole che i bambini scambiano quotidianamente con i loro insegnanti. Il digitale diventa uno strumento più che mai necessario vista la situazione. Adesso vogliamo restituire quella scuola che è relazione”.

Giovedì 27 febbraio Tuttoscuola effettuerà un collegamento via webinar in cui metterà a contatto i bambini e i docenti della scuola del padovano con i colleghi di tutta Italia.