Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Faraone: il sostegno si fa alla classe, non al singolo

 ”L’abbiamo ereditata dopo decenni di gestione inadeguata ma l’abbiamo detto sin da subito: la selezione dei docenti – seppur abilitati – fatta soltanto facendo scorrere le graduatorie non va bene. Non si può attingere a un elenco come si pesca un numero dal sacchetto della tombola a Natale. Gli insegnanti devono corrispondere ai fabbisogni delle scuole e degli studenti”, devono cioè essere “professionisti abilitati e specializzati a servizio di un progetto”.

Il sottosegretario fa l’esempio di una ragazza non vedente che, a Vibo Valentia, ha difficoltà a frequentare le lezioni perché non ci sono insegnanti di sostegno in graduatoria specializzati in lingua Braille che possano affiancarla: “nonostante una condanna del Tar che impone di assumere un insegnante di sostegno  specializzato che possa seguire la ragazza nel suo percorso di studi, si fa fatica a trovare una figura che corrisponda ai requisiti”.

Questo caso esemplare “dimostra come da una parte il sistema delle graduatorie è un sistema stantio e malfunzionante, dall’altra che non sempre la formazione degli insegnanti di sostegno è adeguata a sostenere le esigenze dei ragazzi, soprattutto in casi di disabilità sensoriali (non udenti, non vedenti, etc). Non si possono trattare le varie disabilità come sfumature differenti di un unico monolite. Né si può pensare di tornare indietro, come ho letto sulla stampa negli ultimi giorni, a scuole speciali o ‘specializzate’. Abbiamo lottato per eliminare ghettizzazioni e per favorire un’inclusione a tutti i livelli della società, se qualcosa non va nel sostegno ai ragazzi disabili va migliorata. Ma non ripristinando vecchie impostazioni di comodo”.

”Con #labuonascuola – aggiunge Faraone – siamo intervenuti su entrambi i versanti per migliorare il sistema. Da una parte istituendo il concorso come unica via di accesso alla professione, eliminando retaggi che incancreniscono la scuola piuttosto che farla crescere e prosperare. E dando ai dirigenti scolastici reale autonomia nella scelta degli insegnanti di cui la scuola ha bisogno per realizzare il proprio progetto. Dall’altra, nell’ambito della delega sul sostegno, stiamo lavorando per far sì che l’inclusione scolastica sia effettiva e non lasciata alla buona volontà di un insegnante di sostegno, seppur specializzato”.

L’inclusione è reale” – conclude  il sottosegretario – “solo se tutti ne siamo responsabili, ciascuno per la propria parte. Il sostegno si fa alla classe e alla scuola, non al ragazzo disabile’‘.

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