La bimba malata di Aids da oggi a scuola. Tra timori e rassicurazioni

È stata iscritta regolarmente ed è in classe, alla Scuola Media di Trentola Ducenta (Caserta), la bimba di 11 anni malata di Aids la cui iscrizione era stata rifiutata ad inizio settembre.

La vicenda si è sbloccata qualche giorno fa dopo l’intervento del ministro Stefania Giannini, cui si erano rivolti con una lettera i genitori affidatari della piccola.

La bimba è entrata –  ha spiegato il dirigente scolastico Michele Di Martino – ed è  in classe con un’insegnante di sostegno. Ora dobbiamo lasciarla in pace e metterci alle spalle questa vicenda piena di equivoci e interpretazioni errate“.

Alcune madri si sono riunite in una sala della scuola per ricevere informazioni sulla malattia mentre qualcun’altra in questi giorni si è rivolta ad un pediatra. “Abbiamo avuto rassicurazioni sulla trasmissione della malattia – ha detto una madre – ma ciò non toglie che può capitare, anche se è raro, che la piccola si ferisca e il suo sangue infetti qualche altro studente“; qualcun’altra si è spinta a dire di voler ritirare la figlia da scuola, collegando la vicenda della piccola con i disagi relativi al sovraffollamento e ai servizi igienici. “La ministra venga qui per vedere in quali condizioni sono i ragazzi; i bagni sono sporchi, le aule piccole, e ora questa ulteriore preoccupazione“. Un’altra madre rappresentante di classe, Immacolata Scotto, ha detto “che ogni genitore dovrà prendere precauzioni e spiegare ai propri figli come comportarsi, ma la scuola è in grado di gestire questa situazione“. “Questa bimba ha sofferto tanto ed è giusto che venga accolta da tutti noi” ha affermato la madre di uno studente.

Questa la risposta a distanza del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: “Ai genitori che temono un rischio per i propri figli che vengono a contatto con un bambino malato di Aids mi sento di dire che la scienza è la cornice che dà tutte le garanzie per valutare quali sono i casi di pericolosità della compresenza tra bambini all’interno di una comunità, in questo caso scolastica, e quali sono i casi nei quali non c’è alcun rischio. Questo è un caso di questo di genere e quindi non credo si possa rimanere prigionieri di un pur comprensibile timore che però è infondato“.