2014, UN ANNO DI SCUOLA DALLA A ALLA Z

Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.

La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti,

genitori e studenti.

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N. 665, 29 dicembre 2014

 

Cari lettori,

 

speriamo di fare cosa gradita inviando, come consuetudine da oltre dieci anni, il riepilogo dei principali avvenimenti che hanno riguardato la scuola italiana nell’ultimo anno.

Con l’occasione porgiamo a tutti i migliori auguri per un buon 2015!

 

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2014, UN ANNO DI SCUOLA DALLA  A ALLA Z

(L’originale, dal 2002)

 

Fatti, avvenimenti e persone – Consuntivo del 2014

A cura di TUTTOSCUOLA

 

 

 

A

 AJELLO Anna Maria

 

(febbraio) – Scelta nella rosa di quattro nominativi proposti da un apposito Comitato presieduto da Tullio De Mauro, Anna Maria Ajello viene nominata dal ministro Carrozza presidente dell’INVALSI.

L’Ajello, professore ordinario alla Sapienza, subentra all’economista Paolo Sestito, che torna con un incarico di prestigio in Banca d’Italia.

In un’intervista a Tuttoscuola, espone il suo programma, dimostrando di avere idee chiare. Ecco un paio di esempi: “L’Invalsi deve misurare, non valutare, e si deve fermare sulla soglia della scuola. La valutazione è un’altra cosa, è l’espressione di un giudizio rispetto a dei dati raccolti. E questo lo fa il docente. L’Invalsi è una sorta di “amico critico”. E poi: “oggi coloro che preparano le prove sono per la maggior parte persone del Centro-Nord; evidentemente al Sud c’è un minor interesse per la valutazione. Ebbene, bisogna convincere i bravi docenti a rendersi disponibili. Vogliamo conquistare i docenti del Sud!”. In bocca al lupo. 

ABILITAZIONE all’Insegnamento

 

(maggio-ottobre) – Dopo la pronuncia del Consiglio di Stato, che nel 2013 aveva riconosciuto l’abilitazione magistrale, conseguita con il diploma magistrale entro l’anno scolastico 2001-02, utile ai fini dell’inserimento nella II fascia (anziché nella III, come sempre avvenuto) delle graduatorie provinciali per le supplenze, il Miur è costretto a recepire l’autorevole orientamento nel Decreto ministeriale prot. n. 308 del 15 maggio 2014.

Sono circa 54 mila i docenti che possono transitare dalla III alla II fascia delle graduatorie per le supplenze nelle scuole primarie e dell’infanzia.

Il Consiglio di Stato, però, aveva escluso la possibilità di contestuale inserimento nelle GAE, Graduatorie ad Esaurimento. Ma, in base ad un nuovo ricorso, con l’ordinanza n. 4834/14 il Consiglio di Stato a ottobre accoglie in via cautelare l’impugnativa.

La sentenza di merito, prevista per il febbraio 2015, potrebbe aprire le porte delle GAE a decine di migliaia di vecchi diplomati magistrali con prospettive di rientrare nel piano di assunzioni previsto dalla Buona Scuola, legittimato dalla recente legge di stabilità 2015. Fine (o quasi) di un’ingiustizia.

AUTOVALUTAZIONE

 

(settembre) – Entra in vigore il regolamento del sistema nazionale di valutazione che prevede, come prima tappa (oltre agli ormai collaudati test di apprendimento) l’autovalutazione degli istituti scolastici.

Le scuole, avvalendosi di uno schema tipo apprestato dall’Invalsi, cominciano a predisporre il loro Rapporto, che sarà reso pubblico a Luglio 2015 con l’obiettivo di diventare anche uno strumento di trasparenza e rendicontazione pubblica a disposizione delle famiglie.

A Ottobre 2015 l’Invalsi pubblicherà il primo Rapporto nazionale sul sistema scolastico italiano.

Dall’a.s. 2015/16 avrà inizio la valutazione esterna da parte di nuclei composti da esperti e da ispettori del Miur. Eppur si muove.

B

BUONA SCUOLA

(settembre) – Vengono presentate le ‘Linee guida’ sulla scuola. Protagonista della giornata è il presidente del Consiglio, più che il ministro dell’istruzione Giannini. Le linee guida, sulle quali si svolge la consultazione online dal 15 settembre al 15 novembre 2014, sono articolate nei 12 punti indicati nel documento governativo ‘La Buona Scuola’, pubblicato nel sito passodopopasso.italia.it. Eccone l’elenco per titoli, con nostri brevi commenti:

1. Mai più precari nella scuola. Lo svuotamento totale delle Gae è provvedimento eclatante, ma non risolve il problema.

2. Dal 2016 si entra solo per concorso. La decisione riguarderà per anni solo una minoranza di docenti perché occorrerà smaltire le 148.000 assunzioni dei precari Gae più quelle che saranno disposte a seguito

3. Basta supplenze. Il contingente di organico aggiuntivo a disposizione delle scuole potrebbe non bastare per coprire tutte le esigenze (“cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto“).

4. La scuola fa carriera, qualità, valutazione, merito. L’idea di sostituire gli scatti con aumenti di 60 euro netti al mese “ogni 3 anni per 2 prof. su 3 grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola” appare subito indigeribile per i sindacati e di ardua praticabilità tecnica.

5. La scuola si aggiorna: formazione e innovazione. La novità è la “formazione continua obbligatoria” nella quale svolgerebbero un ruolo importante “i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari“.

6. Scuola di vetro: dati e profili online. Il “registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa” potrebbe incontrare resistenze (sindacati, privacy, poteri dei presidi).

7. Sblocca Scuola. Abolizione delle “100 procedure burocratiche più gravose per la scuola“.

8. La Scuola Digitale. I “Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il Wi-Fi” possono essere messi in cantiere con relativa facilità, non così la necessaria formazione delle risorse umane coinvolte nella digitalizzazione.

9. Cultura in corpore sano.Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie” comporta costi rilevanti (come lo studio dell’economia in tutte le scuole secondarie di cui al successivo punto 10) a meno di ritoccare gli attuali piani di studio riducendo lo spazio di altre discipline. Operazione sempre molto difficile.

10. Le nuove alfabetizzazioni. Obiettivi il rafforzamento dell’insegnamento delle lingue straniere, del “coding e pensiero computazionale nella primaria“, delle competenze digitali e dell’economia nella secondaria. Si annuncia non agevole il reperimento di formatori dei formatori all’altezza del compito. 

11. Fondata sul lavoro. L’”alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno“, comporta, almeno per gli istituti tecnici, notevoli cambiamenti nei piani di studio. E possibili costi aggiuntivi.

12. La scuola per tutti, tutti per la scuola. Ammesso che  vengano reperite le risorse finanziarie necessarie per “stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), l’obiettivo di “attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche” dipende, appunto, dagli incentivi e dalle semplificazioni, che ‘La Buona Scuola’ si limita ad auspicare. Libro dei sogni o primo passo verso la nuova scuola?

 

 

 

 

 

C

CLIL

(luglio) – Con l’anno scolastico 2014-15 il riordino della secondaria di II grado (c.d. riforma Gelmini) va a regime. Diventano operative quindi le norme inserite nei Regolamenti di riordino (DPR 88 e 89/2010) che prevedono l’obbligo, nel quinto anno, di insegnare una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera secondo la metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning).

Per i Licei la disciplina non linguistica deve essere compresa nell’area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell’area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico ad esse annualmente assegnato.

Per gli istituti tecnici invece la disciplina non linguistica deve essere compresa nell’area di indirizzo del quinto anno, e deve essere insegnata obbligatoriamente in lingua inglese.

Da ricordare inoltre che nei Licei Linguistici l’insegnamento di discipline non linguistiche (DNL) in lingua straniera è prevista già a partire dal terzo anno del corso di studi.

La Direzione generale degli ordinamenti del MIUR con la nota 4969 del 25 luglio 2014 fornisce indicazioni sull’avvio in ordinamento dell’insegnamento di discipline non linguistiche (DNL) in lingua straniera secondo la metodologia CLIL, definendole “Norme transitorie a.s. 2014/15.”: per quest’anno insomma il CLIL avrà carattere sostanzialmente sperimentale. Cantiere.

COSTO STANDARD

 

(novembre) – Se ne discute in un affollato convegno promosso a Milano dalla deputata Elena Centemero, responsabile scuola e università di Forza Italia, al quale interviene Valentina Aprea, assessore regionale all’istruzione (in Lombardia “c’è apertura verso il pluralismo educativo“).

Dal convegno emerge che il costo standard, definito tecnicamente come “costo ipotetico calcolato sotto precisi assunti di efficacia, efficienza e qualità dei processi” (da non confondere con costo medio o a consuntivo), potrebbe portare grandi benefici a tutto il sistema se ben gestito, ma anche grandi guasti e inefficienze se il management (leggi presidi) non fosse all’altezza del compito.

Intervenendo in rappresentanza del ministro Giannini, il direttore generale degli Ordinamenti del Miur, Carmela Palumbo, accenna all’ipotesi che un percorso di avvicinamento al Costo Standard – giù utilizzato in altri sistemi educativi e dall’Ocse – potrebbe essere costituito dall’estensione del modello attualmente applicato per la scuola dell’infanzia agli altri gradi di istruzione. Vessillo della scuola libera.

COSTA Silvia

(luglio) – Parlamentare per diverse legislature, già sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca con il governo Ciampi, Silvia Costa viene eletta e recentemente riconfermata europarlamentare nelle file del PD.

A luglio viene eletta per acclamazione presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo.

Sono fermamente convinta – dichiara – che la cultura, l’istruzione e la formazione insieme siano la strada giusta per valorizzare quel progetto di un’Europa dal volto nuovo, capace di riaccendere la speranza e restituire la fiducia, generando nuovo sviluppo e lavoro“. Ambasciatrice della scuola italiana a Bruxelles.

 

 

D

 

DESAPARECIDOS

(aprile) – Viene emanato il decreto ministeriale per l’aggiornamento delle Graduatorie ad Esaurimento (GAE) per il triennio scolastico 2014/15-2016/17.

Dopo l’aggiornamento risultano iscritti in 154.561, ma di questi almeno 23 mila (ma potrebbero essere molti di più) negli ultimi tre anni non hanno mai lavorato nella scuola: desaparecidos (scomparsi).

Forse hanno lavorato, ma non facendo gli insegnanti. Come loro, forse molti altri non hanno messo piede in una scuola da tempo, pur continuando ad essere iscritti nelle GAE, con diritto a un posto che, prima o poi, arriverà, anche se potrebbero aver perso per strada la necessaria competenza professionale per insegnare (chi lo verifica?).

E pochi mesi dopo arriva il miracolo: la Buona Scuola svuoterà le GAE immettendo in ruolo proprio tutti, anche i desaparecidos & C. Ma i diritti degli alunni per una buona scuola non vengono prima di quelli dei desaparecidos?

Nel corso dell’approvazione della legge di stabilità viene ammesso un emendamento che prevede che gli iscritti GAE dimostrino alla fine del periodo di prova il possesso delle competenze minime linguistiche (inglese) e informatiche, come previsto dagli attuali bandi di concorso per diventare insegnanti statali.

L’emendamento viene però riassorbito in un generico obbligo formativo che consentirà, probabilmente, a tutti i desaparecidos di entrare in ruolo, senza aver accertato le competenze che chiede la buona scuola. Todos caballeros.

DISPERSIONE SCOLASTICA

(aprile) – Nell’ambito delle audizioni sulla dispersione scolastica presso la VII Commissione Istruzione della Camera (realizzata su iniziativa dell’on. Milena Santerini), Tuttoscuola presenta il 23 aprile il proprio dossier ( http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=33308 ), frutto di una ricerca approfondita relativa agli istituti statali di secondaria di II grado.
In base alla ricerca, negli ultimi 15 anni quasi 3 milioni di giovani italiani, il 31,9% di coloro che dopo la terza media si sono iscritti a una scuola secondaria superiore statale, non hanno terminato gli studi con il conseguimento del relativo diploma.
E più di un quarto (esattamente il 27,9%) di quelli che hanno iniziato un percorso di studi secondari nella scuola statale cinque anni fa (a.s. 2009-10) non lo ha completato. Il leggero miglioramento riscontrato negli ultimi anni non cambia la situazione della scuola italiana che nelle comparazioni internazionali, e in particolare europee, continua a occupare una posizione di bassa classifica a causa dell’elevata percentuale di giovani di 15-29 anni in possesso del solo titolo di licenza media (Lower Secondary Education, ISCED 2).
L’elevato tasso di dispersione spiega, almeno in parte, perché in Italia la quota di Neet (giovani che non studiano, non hanno un lavoro e neppure si formano per trovarlo) sia molto superiore a quella della media europea (23,9 e 15,4 per cento rispettivamente), con punte superiori al 37,7% in Sicilia (addirittura 39,8% per le ragazze): molti di quei quasi 3 milioni di ragazzi dispersi nella secondaria statale negli ultimi 15 anni sono diventati Neet. Shoah sociale.

 

 

E

ESAME di MATURITÀ

(ottobre-novembre) – Dopo vaghe anticipazioni, il ministro Giannini dichiara di volere modificare la composizione delle Commissioni d’esame, prevedendo soltanto membri interni, ad eccezione del Presidente, anziché metà interni e metà esterni come avviene attualmente. La modifica viene recepita nella proposta della legge di stabilità.

Giorgio Allulli, dirigente di ricerca dell’Isfol e docente alla Sapienza, lancia una petizione contro le commissioni interne degli esami di Stato, in quanto, a suo parere, si tratterebbe di un’iniziativa in palese contraddizione con le indicazioni dell’Ocse, che segnala gli effetti positivi degli esami esterni sui livelli di apprendimento degli alunni.

La petizione viene sottoscritta da migliaia di persone, tra cui centinaia di esponenti del mondo culturale e accademico, ottenendo un (almeno temporaneo) ripensamento da parte del Governo e la revisione della proposta ministeriale. Argine del buon senso.

EDILIZIA SCOLASTICA

 

(marzo-luglio) – Tra le prime iniziative del premier Renzi vi è una lettera inviata a tutti i sindaci italiani in cui scrive: “Ora la vostra e nostra priorità è l’edilizia scolastica. Nessun ragionamento sarà credibile finché la stabilità delle aule in cui i nostri figli passano tante ore non sarà considerata il cuore dell’azione amministrativa e di governo…Vi chiedo di scegliere all’interno del vostro Comune un edificio scolastico. Di inviarci entro il 15 marzo una nota molto sintetica sullo stato dell’arte. Non vi chiediamo progetti esecutivi o dettagliati: ci occorre indicazione della scuola, il valore dell’intervento, le modalità di finanziamento che avete previsto, la tempistica di realizzazione.

Sulla base delle richieste e delle prime indicazioni, viene approvato a luglio il finanziamento per un piano di edilizia scolastica che coinvolgerà 20.845 edifici su base nazionale per investimenti pari ad un totale di circa 1 miliardo di Euro, divisi in tre settori di intervento:

         scuole nuove (costruzione di nuovi edifici scolastici o di rilevanti manutenzioni, 244 milioni di Euro),

         scuole sicure (messa in sicurezza ed agibilità degli edifici scolastici esistenti, 400 milioni di Euro),

         scuole belle (interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale, 450 milioni di Euro). Si ricostruisce dalle fondamenta.

 

 

 

 

F

FALCUCCI  Franca

(settembre) – La senatrice Franca Falcucci, prima ministra a capo dell’istruzione negli anni ’80, muore all’età di 88 anni. Viene giustamente ricordata per la svolta impressa all’integrazione degli alunni disabili che portò all’inserimento nelle classi normali di quei ragazzi svantaggiati. Una coraggiosa rivoluzione culturale e sociale di portata storica.

Democristiana, carattere di ferro, quasi una Thatcher dell’istruzione, sulla riforma della scuola elementare (poi varata alcuni anni dopo con la soluzione dei moduli) si scontrò con il suo partito e con il maggiore sindacato del settore. C’era allora il maestro unico e la Falcucci propose di mantenerlo per i più piccoli. Per i più grandi, pur accogliendo l’idea della pluralità di docenti, propose il modello “stellare” di specialisti che integravano l’opera del maestro di classe con attività complementari (musica, arte, educazione fisica, inglese).

Il suo progetto venne bocciato: niente specialisti esterni, affidamento delle discipline speciali ai maestri, aggiornati con corsi di specializzazione, e pari dignità professionale di tutti docenti.

Il nuovo piano renziano della “buona scuola” prevede il rinforzo esterno della scuola primaria mediante l’impiego di docenti specialisti prestati dalla scuola secondaria di I grado. Proprio come aveva proposto lei ventisette anni fa.

Muore il giorno dopo la presentazione del nuovo progetto tanto simile al suo, come se avesse voluto attendere la sua rivincita prima di chiudere gli occhi per sempre. Nella storia della scuola italiana.

FARAONE Davide

 

(ottobre) – Eletto deputato PD nel 2013, l’on. Davide Faraone diviene membro della segreteria nazionale del Partito Democratico, e viene designato responsabile del settore “welfare e scuola” dal nuovo segretario nazionale Renzi. Il 31 ottobre 2014 viene nominato Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione. E’ un fautore della “scuola aperta” sin dai tempi del suo impegno per l’istruzione in Sicilia.

A dicembre rilascia un’intervista in cui sostiene l’importanza delle occupazioni scolastiche e dichiara di aver partecipato a suo tempo in prima persona alle occupazioni, suscitando aspre critiche.

Pochi giorni dopo, smentendo i precedenti annunci del ministro Giannini (o forse d’intesa con lei), annuncia il ritorno ai test di medicina, per i quali, dopo una tormentata vicenda seguita da numerosi ricorsi, la stessa ministra aveva annunciato la riforma dal prossimo anno, secondo il modello francese. Emergente.

G

GIANNINI  Stefania

(febbraio) – Stefania Giannini, terzo rettore universitario consecutivo alla guida di viale Trastevere, deve la sua nomina a ministro, fondamentalmente, al fatto di essere il segretario di Scelta Civica, e di rappresentare quindi questo partito all’interno di un governo che rispetto ai due precedenti (Monti e Letta) segna una ripresa di ruolo della politica e dei politici.

Soffre la presenza di Matteo Renzi, che sfoggia una visione assai più incisiva e interventista del proprio ruolo: più da premier che da presidente del Consiglio, che secondo l’attuale Costituzione è un primus inter pares (pares che a volte contano e decidono nel proprio ambito più del primus). Ma Renzi, come si vede bene a settembre, quando parte il piano ‘La Buona Scuola’ con relativa consultazione, vuol giocare la partita della scuola in prima persona, e le lascia poco spazio.

Giannini si allinea, anche perché il suo partito viene pesantemente penalizzato dalle elezioni europee (maggio 2014), ma va detto che le sue idee sul ruolo decisivo dell’educazione sono in chiara sintonia con quelle di Renzi da tempi non sospetti.

Intervistata da Tuttoscuola nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2013 e invitata a indicare una priorità, Giannini aveva puntato sulla scuola: “Dalla scuola dipende il futuro del Paese, perché forma coscienze e competenze. Alla scuola va restituito il suo capitale più importante: prestigio e reputazione“. I prossimi mesi saranno decisivi per capire se riuscirà a imprimere la sua impronta su un nuovo corso per la scuola italiana. Da scoprire.

GENDER a Scuola

 

(dicembre) – Genera discussioni la teoria del gender, una idea che sostiene la non-esistenza di una differenza biologica tra uomini e donne, determinata da fattori scritti nel corpo e che ritiene che gli uomini e le donne sono uguali da ogni punto di vista. Secondo tale teoria, in sintesi, la differenza maschile/ femminile è una differenza esclusivamente culturale, cioè gli uomini sono uomini perché sono educati da uomini, le donne sono donne perché sono educate da donne.

Contro questa teoria le associazioni cattoliche Age, Agesc, Pro Vita e Giuristi per la vita lanciano una sottoscrizione per disapplicare la strategia dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, un ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica).

Nel loro appello chiedono alla ministra Giannini di “Disapplicare la Strategia nazionale dell’Unar ed emanare precise direttive affinché sia rispettato il ruolo della famiglia e il diritto dei genitori, costituzionalmente garantito, ad educare i figli. In particolare su temi etici e sensibili come l’educazione alla sessualità e all’affettività, con cui spesso in modo subdolo nelle scuole di ogni ordine e grado, fin dall’asilo nido, si introduce la teoria del gender. Linea del Piave.

H

HACKER

 

(giugno) – Pochi giorni prima della prova scritta nazionale Invalsi per l’esame di Stato di licenza media il sistema informatico dell’Istituto subisce un attacco di hacker.

La Polizia postale segnala l’incursione e si mette alla ricerca degli incursori, scoprendo che la violazione è opera di alcuni giovanissimi frequentanti la scuola media.

All’Invalsi, nel timore che la violazione abbia provocato fuga di notizie, si vivono momenti di viva preoccupazione, perché la prova sostitutiva non è immediatamente disponibile, considerati i tempi molto ravvicinati.

Presidenza dell’Invalsi e Dipartimento del Miur devono decidere se rinviare la prova alla data fissata per le suppletive di fine giugno (con effetto destabilizzante sull’esame e sull’utenza) oppure ignorare l’incursione, contando sulla non fuga di notizie.

Alla fine si propende per la seconda scelta e la prova si svolge senza intoppi e senza conseguenze.  

La prova nazionale è salva e, soprattutto, l’immagine e la credibilità dell’Invalsi non vengono compromesse. Retroscena noto a pochi.

 

I

ITS (Istituti Tecnici Superiori)

 

(settembre) – Sono circa duemila, di cui il 24% ragazze, gli studenti che si sono diplomati agli Its (Istituti tecnici superiori), le scuole di specializzazione istituite nel 2008, sotto forma di fondazioni, per valorizzare il rapporto tra istruzione e mondo produttivo, e che negli ultimi due anni hanno visto un’accelerazione. Due diplomati su tre hanno subito trovato lavoro.

Sono numeri, quelli diffusi dal Miur in occasione della presentazione del sistema di monitoraggio e di valutazione dei percorsi formativi realizzati dalle Fondazioni degli Its, che parlano di un percorso formativo che funziona e che, come afferma il sottosegretario Gabriele Toccafondi, costituisce un modello anche per la ‘Buona Scuola’.

Su un campione di 1.214 diplomati risulta occupato il 64,66%. Gli istituti sono al momento 74, di cui 10 di nuova costituzione, e i percorsi attivati alla fine dello scorso anno erano 231, con 4.800 corsisti. Altri 100 corsi in via di attivazione prevedono ulteriori 2mila posti (a numero programmato), mentre sono circa 11.500 i ragazzi ammessi alle prove di selezione.

In questi poli di alta formazione tecnica rientrano 251 istituti scolastici, 510 imprese o associazioni di imprese, 125 università e centri di ricerca, 208 enti di formazione e 153 enti locali. I finanziamenti nazionali al 2014 ammontano a 75 milioni. Nuova frontiera.

L

LAUREATI

(marzo) – Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, commenta gli ultimi dati sui laureati del nostro Paese, forniti dall’Anvur e da AlmaLaurea, e afferma che laurearsi in Italia “sembra che… convenga meno che altrove“.

Visco anticipa anche i risultati di una ricerca realizzata dal servizio studi di Palazzo Koch secondo la quale il differenziale di reddito tra laureati e diplomati è in Italia nettamente inferiore a quello che si registra nei maggiori Paesi europei.

Nel 2010 il rendimento della laurea per i lavoratori dipendenti italiani rispetto a chi ha solo un diploma è stato di poco più del 30%, 15 punti percentuali in meno rispetto agli altri maggiori Paesi europei“, ha detto il governatore.

Eppure laurearsi conviene sia per le ragioni di sistema-Paese evidenziate da Visco (“L’Italia è un Paese povero di materie prime ed è quindi un Paese che, se deve investire in qualcosa, deve investire in noi, nelle persone oltre che in ambiente e nel patrimonio culturale“) sia come scelta individuale. Ne dovrebbe conseguire per il nostro Paese un alto investimento in istruzione in rapporto in PIL, che invece si attesta solo al 4,6% del Pil, fanalino di coda in Europa. Contraddizioni.

M

MATEMATICA

(aprile) – Emma Castelnuovo, l’insigne matematica che ha innovato completamente il modo di insegnare la materia, in particolare la geometria euclidea, muore a Roma all’età di cento anni.

Nel dicembre 2013, alla vigilia del compimento del secolo di vita, aveva ricevuto, presso il Ministero dell’Istruzione, il premio Nesi, istituito per la valorizzazione e il sostegno di persone, movimenti, esperienze che si siano distinti nel campo dell’emancipazione delle persone e delle comunità attraverso servizi ed attività socio-educativo-culturali.

Nata a Roma il 12 dicembre 1913, Emma Castelnuovo, figlia di Guido Castelnuovo e nipote di Federigo Enriques, due insigni matematici e ricercatori dell’inizio del Novecento, era una delle glorie italiane della nostra didattica della Matematica.

Si era laureata in matematica negli anni Trenta, cominciando a insegnare matematica nella scuola superiore per ebrei istituita a Roma durante il fascismo; aveva partecipato poi all’avventura dell’Università clandestina per ebrei voluta a Roma da suo padre negli anni delle leggi razziali.

Terminata la guerra e reintegrata nei ruoli della scuola, aveva insegnato fino al 1979 nella scuola media, da lei intesa come luogo integrale di formazione di futuri cittadini e cittadine, cui la matematica contribuisce grandemente.

Con i suoi scritti aveva profondamente rinnovato l’insegnamento della matematica, della geometria in particolare, elaborando un metodo che permette a tutti di conoscerla ed amarla.

Rivoluzionando concezioni e pratiche tradizionali, la sua proposta didattica suggerisce un metodo sorprendente per la sua semplicità e avvincente per la sua efficacia. Mostro sacro.

MINISTRO CARROZZA

 

(febbraio) – Maria Chiara Carrozza, deputato PD e Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, nominata ministro della Istruzione, Università e Ricerca nel Governo Letta, non viene confermata nell’incarico nel Governo Renzi.

Lascia il ministero dopo dieci mesi di gestione non facile.

Chiude con la proposta di una grande consultazione per conoscere le priorità di riforma della scuola.

Se ne va anzitempo, senza vedere completata una delle sue piccole ma importanti riforme: la stabilizzazione dei posti di sostegno. Meteora (ma a volte ritornano).

 

 

 

 

 

 

N

NEET

(febbraio) – Il rapporto Istat ‘Noi Italia’, giunto alla sesta edizione, quantifica nel 23,9% – pari a 2,2 milioni di individui – “l’elevata percentuale di giovani italiani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono in formazione“, classificati come NEET (Not in Education, Employment or Training).

L’incidenza dei Neet in Italia – che va dall’11,6% della provincia di Bolzano al 37,7% della Sicilia – è significativamente più alta rispetto ai principali paesi europei quali la Germania (9,7 per cento), la Francia (14,5 per cento) ed il Regno Unito (15,5 per cento) e più simile a quella della Spagna (21,1 per cento)

Il costo sociale dei Neet è enorme. Confindustria lo stima in 32,6 miliardi di euro l’anno: se questi giovani inattivi entrassero nel sistema produttivo nazionale il Pil aumenterebbe di oltre 2 punti.

Il divario nasce dall’elevato numero di ragazzi che non completa il percorso secondario superiore, oltre che dalla debole capacità del mercato di lavoro di assorbire giovani, tanto più se non qualificati.

Nel 2011 solo il 56 per cento della popolazione italiana nella fascia di età 25-64 aveva concluso un ciclo di scuola secondaria superiore, contro il 75 per cento della media Ocse: il divario rimane, ancorché più contenuto, anche tra le coorti più giovani (71 contro 82 per cento nella fascia di età 25-34 anni). La crescita zero non è un caso. 

NOBEL per la Pace

(ottobre) – Insieme a Kailash Satyarthi, attivista indiano che si batte per i diritti dei bambini, Malala Yousafzay, la 17enne pachistana che due anni fa fu ferita gravemente dai talebani per la sua lotta a favore dell’istruzione femminile, riceve il Premio Nobel per la Pace 2014.

Sono onorata” per aver ricevuto il “prezioso” Nobel – ha affermato Malala – che ha aggiunto come la notizia la rende più forte e coraggiosa“.

“Non credo che il Premio sia stato dato solo a me, ma a tutti i bambini che non hanno voce, ecco perché parlo a nome loro” ha aggiunto la studentessa. “Tutti i bambini”, ha proseguito la ragazza pakistana, “hanno diritto a ricevere un’istruzione di qualità, a non soffrire per il lavoro minorile, per la tratta degli esseri umani. Hanno il diritto di essere felici”. 

Il Comitato del Nobel per la pace ha dato atto all’indiano Satyarthi di aver dimostrato “grande coraggio personale, mantenendo la tradizione di Gandhi, guidando varie forme di protesta e dimostrazione, tutte pacifiche, contro il grave sfruttamento dei bambini a scopi di finanziari, contribuendo anche allo sviluppo di importanti convenzioni internazionali sui diritti dei bambini”.  

Attivista dei diritti umani di 60 anni, impegnato dagli anni ’80 nella lotta contro il lavoro minorile con la sua organizzazione Bachpan Bachao Andolan, con la sua azione ha permesso di liberare quasi 80.000 bambini dalla schiavitù, favorendone la reintegrazione sociale. Coraggio e speranza. 

 

 

 

 

O

ORGANICO FUNZIONALE

(settembre) – L’organico funzionale  (organico dell’autonomia come lo ha chiamato la Buona Scuola) era stato sperimentato molti anni fa, come risorsa aggiuntiva per qualificare l’offerta formativa e sostenere progetti innovativi da parte di singole scuole.

La Buona Scuola ne prevede prioritariamente l’impiego per le supplenze e poi per attività di rete di scuole o di singola istituzione.

Occorrono però alcune regole prioritariamente definite per evitare che quelle preziose risorse vengano sottoutilizzate, depotenziando gli obiettivi.

Prima di tutto: la legge o il provvedimento legislativo che verrà emanato deve innanzitutto chiarire la natura dell’organico: aggiuntivo o di diritto?

Se sarà un organico aggiuntivo, potrebbe avere natura congiunturale e durata provvisoria: il Mef potrebbe disporne il riassorbimento. Se, invece, avrà natura strutturale, potrà costituire una espansione dell’organico di diritto e non potrà quindi essere riassorbito per via amministrativa.

La Buona Scuola parla di organico di rete, per il quale potrebbe esserci una quota ben definita soltanto per le supplenze, mentre la restante parte dovrebbe essere lasciata alle singole istituzioni scolastiche per progetti e interventi a carattere formativo.

Se non verrà fissata una quota (di rete o di istituto) da riservare per le supplenze, nessun progetto potrà essere al sicuro ed avere svolgimento stabile e continuativo, perché la chiamata per supplenza potrebbe arrivare in qualsiasi momento. Giudizio sospeso.

 

 

 

 

 

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PAS

(giugno) – Le università stringono i tempi per concludere le prove finali dei Percorsi Abilitanti Speciali (PAS) entro il 23 giugno, data limite stabilita dal Ministero per l’aggiornamento delle graduatorie e l’inserimento dei neoabilitati in seconda fascia.

Molte sedi sono in ritardo e rischiano di non farcela per quella data, e perciò il ministro Giannini in data 6 giugno firma un decreto con il quale si consente l’iscrizione con riserva nella II fascia delle graduatorie di istituto per chi si abilita all’insegnamento o si specializza sul sostegno anche dopo il 23 giugno, ma comunque entro il 31 luglio 2014.

In questo modo gli interessati (circa 70.000) possono far valere subito i titoli conseguiti. Protestano gli abilitati del TFA ordinario (circa 17.000) che temono la concorrenza dei nuovi abilitati ‘speciali’, più numerosi e con maggiore anzianità di servizio, ma il Ministero conferma

il calendario degli esami finali dei percorsi abilitanti previsti dalle università nei mesi di giugno e luglio. “Al contempo viene salvaguardata – spiega una nota ministeriale – la necessità di chiudere comunque le iscrizioni alle Graduatorie entro il 23 giugno in modo da poter lavorare gli elenchi in tempo utile per un avvio regolare del nuovo anno scolastico“. Reclutamento all’italiana.

PROGRESSIONE CARRIERA

 

(settembre-dicembre) – Nei mesi precedenti il varo della Buona Scuola la ministra Giannini e il sottosegretario Reggi caldeggiano più volte il riconoscimento del merito per valorizzare la professionalità degli insegnanti.

Il tema, non nuovo, sembra prossimo a trovare concreta applicazione. E infatti la Buona Scuola rende esplicito l’obiettivo con una proposta radicale per la progressione di carriera dei docenti: azzeramento totale della anzianità e avanzamento per scatti triennali legati esclusivamente al merito riconosciuto (crediti didattici, crediti formativi, crediti professionali).

La proposta viene decisamente respinta dai sindacati di settore che rivendicano la titolarità della materia retributiva in ambito contrattuale. Ma la valorizzazione del merito come strumento per la progressione di carriera trova un diffuso consenso sui media e nel web.

I risultati della consultazione sulla Buona Scuola indicano che la proposta Scuola di determinare l’avanzamento di carriera solo per merito è pienamente condivisa solo dal 35%, ma c’è da dire che la difesa della progressione per sola anzianità ha trovato pochissimi sostenitori: 14%, cioè uno ogni sette. Il 46% (poco meno della metà) ha indicato un sistema misto.

Tra sistema misto (anzianità e merito) e merito puro i consensi hanno raggiunto quindi l’81%. Un messaggio chiaro e forte per chi vuole rimanere ancorato ad anacronistici e demotivanti criteri di sola anzianità, non funzionali all’obiettivo di ottenere il meglio dal grande investimento che la società fa sulla scuola (oltre 40 miliardi di euro l’anno solo in stipendi). Crolla un tabù.

 

 

 

 

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QUATTRO ANNI

(gennaio) – La sperimentazione della riduzione della durata della scuola secondaria superiore da cinque a quattro anni (fermi restando i programmi e l’esame finale), autorizzata dal ministro Carrozza, suscita interesse e un vivace dibattito tanto che per iniziativa dell’on. Milena Santerini si svolge alla Camera un seminario al quale interviene lo stesso ministro.

Con motivazioni diverse i tre relatori, l’ex direttore generale del Miur Mario G. Dutto, la sociologa Luisa Ribolzi e il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto, concordano sulla utilità dell’esperimento e sulla necessità di ridurre la durata complessiva dell’istruzione preuniversitaria da 13 a 12 anni.

Tra le ipotesi considerate nel successivo dibattito c’è stata anche quella, elaborata da Tuttoscuola e presentata da Orazio Niceforo, di sperimentare l’utilizzazione dell’ultimo anno di scuola secondaria come anno ponte tra la scuola da una parte e l’istruzione superiore (universitaria e tecnica) e il mondo del lavoro dall’altra.

In questa ipotesi l’esame sarebbe sostenuto solo su due o tre materie scelte dal candidato (per le altre, con programma ridotto, basterebbe lo scrutinio di fine anno), ma a certe condizioni da concordare con le università e le imprese l’esito positivo dell’esame comporterebbe il riconoscimento al candidato di crediti universitari (CFU) o professionali (utili per esempio per l’accesso privilegiato allo stage o al lavoro).

I vantaggi di questa soluzione sarebbero molteplici: l’anno ponte legherebbe la scelta delle materie d’esame al tipo di studi o di lavoro che il candidato intenderebbe intraprendere; ridurrebbe sensibilmente la percentuale dei fallimenti all’inizio degli studi universitari; darebbe alle imprese più garanzie di preparazione di quelle connesse al possesso del titolo tradizionale; farebbe ‘risparmiare’ egualmente un anno perché nell’intesa con le università per il riconoscimento dei CFU si potrebbe prevedere l’iscrizione al secondo anno o una riduzione del triennio (laurea di primo livello) a un biennio; potrebbe essere introdotta rapidamente sulla base della normativa vigente sulla sperimentazione senza richiedere, almeno per qualche anno, una copertura legislativa. Volere è potere.

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