La breve estate calda di Stefania Giannini

L’estate di Stefania Giannini, ministro e leader dimezzato di Scelta civica, non è stata una ‘lunga estate calda’ (con happy end) come quella del protagonista del film di Martin Ritt, Paul Newman (The Long, Hot Summer, 1958).

E’ stata, anzi, un’estate breve, piena di vociferazioni, anticipazioni e gossip, conclusasi con tre secchiate d’acqua gelata: una reale, in omaggio – ma era proprio obbligatorio? – all’ultima stravagante ricetta americana per combattere la SLA; un’altra mediatica, con il gelido editoriale di Aldo Grasso sul Corriere della sera (http://www.corriere.it/politica/14_agosto_24/estate-trasparente-ministro-giannini-7984d4de-2b56-11e4-9f19-fba1b3d7cb6f.shtml) che commentava la foto del ministro in topless; l’ultima metaforica, ricevuta direttamente dal presidente del Consiglio con la decisione di togliere la scuola dal pacchetto di iniziative e riforme poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri del 29 agosto.

È vero che Renzi ha poi spiegato che l’approvazione delle ‘linee guida’ sulla scuola era stata semplicemente rinviata al successivo Consiglio dei ministri (quello del 3 settembre, ha precisato) ma ha anche colto l’occasione per fare due battute non troppo rassicuranti per il ministro dell’istruzione: la prima riguarda l’esclusione della Giannini dalla riunione last minute che ha di fatto deciso il rinvio, motivata con la sua non appartenenza al Pd (“Non mi risulta che sia iscritta”), come a sottolineare che chi decide la politica scolastica è il partito del segretario-presidente del Consiglio, e che non serve neppure consultare la rappresentante di una forza politica praticamente azzerata dalle elezioni europee. La seconda riguarda il rapporto personale tra il premier e la ministra: “non ci sono contrasti ma su alcune cose non siamo d’accordo, una presa di distanza appena mitigata dalla successiva precisazione: “litigo con lei come con tutti i ministri”.

Da notare, infine, che Renzi ha rinviato la questione della copertura finanziaria del pacchetto scuola al 2015. Come a dire che la partita sulla reale portata dei provvedimenti deve ancora cominciare.