Il dimensionamento dopo la sentenza della Consulta

La valutazione della Cisl-scuola

La sentenza delle Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità della legge 111/2011 di riforma della rete scolastica è oggetto di studio e di riflessione da parte delle Regioni e dello stesso Ministero che ha chiesto tempo per riflettere meglio sul da farsi.

Sulla delicata questione e sui possibili effetti che la pronuncia della Corte può determinare sul sistema scolastico, è intervenuto il segretario della Cisl-scuola, Francesco Scrima che in un comunicato dal titolo “Dimensionamento scuole, l’altra faccia della sentenza” ha espresso considerazioni e valutazioni.

La sentenza della Corte Costituzionale riconsegna alle Regioni, com’era facilmente prevedibile, il diritto di decidere sulla rete delle istituzioni scolastiche – esordisce Scrima – senza subire dallo Stato l’imposizione di modelli e di parametri di consistenza. A quanti si chiedono cosa succederà adesso, vorremmo ricordare che le Regioni, e qualcuna anche tra quelle che hanno promosso il ricorso, si sono spesso dimostrate, nei mesi scorsi, più realiste del re, accorpando scuole ben oltre quanto era loro richiesto, di fatto non utilizzando i margini di flessibilità che il Ministero, pressato dai sindacati, aveva alla fine reso disponibili. Anche per questo stiamo cercando, col contratto sulle utilizzazioni, di gestire al meglio le situazioni di esubero che lo “zelo” di qualche regione nel dare applicazione alla legge ha determinato”.

Dopo questa prima considerazione, il segretario sindacale esprime una valutazione sul prossimo futuro delle reti: “Per come sono andate le cose – dice Scrima – , dubitiamo che chi ha già varato i suoi piani abbia intenzione, l’anno prossimo, di rivederli in modo sostanziale.

Il segretario della Cisl-scuola ricorda che la Consulta non ha accolto il ricorso contro la non assegnazione dei dirigenti alle istituzioni sottodimensionate e, in proposito, osserva che “C’è poi da considerare, cosa che pochi fanno, l’altra parte della sentenza, quella che riconosce allo Stato il diritto di non assegnare il dirigente scolastico agli istituti che ritiene sottodimensionati”.

Ma il sistema territoriale in questo modo sta andando il tilt e, quindi, Scrima, dichiara con preoccupazione: “Il rischio che in prospettiva due livelli istituzionali (Regioni e Stato) agiscano senza coordinarsi o addirittura in conflitto tra loro, sfruttando ciascuno le sue prerogative e non in uno spirito di leale collaborazione, come imporrebbe la Costituzione, ci sembra molto alto e va assolutamente evitato, se davvero si hanno a cuore la funzionalità e la governabilità delle scuole, ma anche l’unitarietà del sistema nazionale di istruzione.