Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Eluana in America

Se un caso come quello di Eluana Englaro si fosse verificato negli Stati Uniti d’America, se ne sarebbe certamente parlato a scuola, almeno nelle classi terminali della High School (14-17 anni) nell’ambito della Civic Education.

Forse non in tutte le scuole, e forse non in tutti gli Stati, ma certamente nei molti istituti che considerano le ore di educazione civica come una occasione per sensibilizzare gli studenti su grandi questioni e dilemmi di carattere etico-politico, prendendo lo spunto da fatti di cronaca particolarmente coinvolgenti anche sul piano emotivo.

Così è stato, per citare eventi degli ultimi anni, nel caso degli attentati dell’11 settembre 2001, della strage di studenti di Columbine o della vicenda, per diversi aspetti simile a quella di Eluana, di Terry Schiavo, conclusasi con la decisione di lasciar morire la sfortunata giovane, avallata anche in quel caso da un tribunale.

Ciò che caratterizza questo approccio all’insegnamento dell’educazione civica è la libertà di giudizio che viene lasciata agli studenti, ai quali viene richiesto non di “imparare” una verità indiscutibile fornita loro dall’insegnante (il quale si limita ad offrire la più ampia documentazione sui casi di studio e sulle opinioni in campo), ma di farsi un’idea personale approfondita e motivata sulla questione in esame. Il dibattito in corso in Italia sul caso di Eluana, di grande spessore culturale e morale, ricco di interventi stimolanti sui maggiori quotidiani, sarebbe un’occasione per rendere viva e partecipata l’ora di “Cittadinanza e Costituzione”. Se l’Italia fosse l’America…

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