Allarme CEI su scuole cattoliche, Turi (Uil Scuola): ‘Si fa appello allo Stato per chiedere di finanziarle con le tasse di tutti’

“L’allarme della CEI, lanciato dal cardinale Bassetti, sulla chiusura di mille scuole cattoliche, induce due domande: la prima se è causa della crisi economica che spinge gli studenti sulle più economiche scuole statali; la seconda  se è una scelta che si esprime per orientarsi verso un insegnamento laico”. Queste le dichiarazioni di Pino Turi, segretario Uil Scuola diffuse in un comunicato stampa che riportiamo.

“Su questa seconda – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – la Cei dovrebbe ricordare e considerare che gli aspetti di cultura cattolica nel nostro ordinamento sono super garantiti, anche in virtù dei vari concordati che finanziano l’insegnamento nelle scuole statali della religione cattolica. Quanto alla prima, sembra sottendere una richiesta di sussidi statali per favorire l’offerta di educazione cattolica il cui patrimonio di valori è salvaguardato proprio dalla scuola statale che lo consente e lo finanzia”.

“Quanto alla seconda, chiedere ancora finanziamenti per le scuole cattoliche in nome di una diascriminazione economica – fa osservare Turi – porta a pensare che lo Stato vale solo quando deve intervenire, con le tasse di tutti i cittadini, a favore di scuole il cui obiettivo educativo non può essere considerato come elemento di politica collettiva. A meno di non considerare l’istruzione una merce da immettere sul mercato. Anche in questo caso, l’intervento dello Stato rappresenterebbe un’indebita ingerenza. Anche cercare di trovare paragoni con l’Europa è fuorviante  – conclude Turi – perché non considera proprio i valori e la cultura di riferimento del nostro paese che si avvale più degli altri di quella cattolica”.