Lo Bello (Confindustria), puntare sull’alternanza

Si riconosce finalmente che il lavoro aiuta i giovani ad acquisire le competenze necessarie per entrare nel mercato del lavoro con maggiore fiducia. Un riconoscimento significativo, perchè avviene per legge e per tutti, e che dunque impegna tutto il sistema educativo. Siamo davanti ad un cambio di paradigma che non permette dietrofront. L’alternanza scuola-lavoro significa creare occupazione e formare un capitale umano all’altezza dei tempi: persone in grado di non di subire il cambiamento, ma di gestirlo e orientarlo verso la crescita“. Lo afferma Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere e vicepresidente di Confindustria per l’Education, in un’intervista al Sole 24 Ore sull’alternanza scuola-lavoro.

Ma “i migliori modelli “, puntualizza Lo Bello, “ci dicono che l’alternanza scuola-lavoro è efficace solo quando scuola e impresa co-progettano effettivamente i percorsi e non si limitano ad un ‘travaso’ di studenti dall’aula all’azienda. Co-progettare significa prendersi una responsabilità condivisa nella formazione del giovane. E le imprese possono farlo. Se le aziende dovessero limitarsi a ‘ospitare’ studenti non farebbero il loro dovere e lo studente non imparerebbe quasi nulla. Peraltro la sola co-progettazione non basta: è importante anche la co-valutazione, che consente alle aziende, o agli enti ospitanti, di contribuire a comprovare l’effettiva acquisizione di competenze“.

Co-progettazione e co-valutazione avvicinerebbero la scuola italiana – almeno nell’area tecnica e professionale – a quella tedesca del cosiddetto ‘sistema duale’, dove peraltro l’apprendimento sul lavoro occupa un tempo nettamente superiore a quello riservato all’aula in un rapporto medio di due terzi/un terzo.