L’abuso della 104 che penalizza la scuola

È di questi giorni la notizia della brillante operazione condotta dalla DIGOS della Questura di Agrigento che ha portato all’arresto di 19 persone e alla denuncia di altre 101, tutte accusate di falso e abuso della legge 104 per le invalidità.

Tra gli indagati vi sarebbero anche docenti che, grazie all’invalidità riconosciuta, hanno potuto ottenere trasferimenti o assegnazioni provvisorie da fuori provincia.

La Flc-Cgil della Sicilia ha chiesto una verifica di tutte le posizioni con controlli a tappeto, per verificare la regolarità delle pratiche “affinché un diritto non si trasformi in un immotivato privilegio ai danni magari di chi ne sarebbe legittimo titolare”.

Secondo informazioni provenienti dall’Ufficio scolastico regionale della Sicilia, al sindacato risulta che tutti i docenti che hanno chiesto il trasferimento ad Agrigento da sedi del Nord Italia usufruiscono della precedenza per legge 104 personale.

La verifica sulle posizioni, secondo il sindacato siculo, “serve anche a mettere a tacere le accuse che spesso dai colleghi vengono mosse ingiustamente ai docenti siciliani, che sarebbero poi accuse generalizzate di comportamento illegale”.

Siamo d’accordo che la verità sulle invalidità nella scuola sgombrerebbe il campo da generalizzazioni e da accuse generiche.

Ma la questione-verità sulla 104 non riguarda soltanto i docenti siciliani. Ne sanno qualcosa, ad esempio, a Roma dove sono numerose le assegnazioni provvisorie di docenti campani che tornano a casa grazie alla 104 oppure che fruiscono di permessi per assistenza a familiari. E anche al Nord le situazioni dei docenti invalidi non sono diverse.

Le invalidità riconosciute alla percentuale minima di legge (67%) non hanno costi per l’erario, perché non comportano l’indennità di accompagnamento (504,07 euro esentasse), ma hanno una ricaduta sui servizi scolastici e sul rispetto dei diritti delle persone effettivamente invalide. Forse, proprio per il fatto che non gravano sulla spesa statale, non sono oggetto di accertamenti prioritari, mentre, invece, sarebbe opportuno disporre verifiche rigorose, prevedendo anche un inasprimento delle pene per chi le concede e per chi ne fruisce illegittimamente a danno di altri.

Per la Buona Scuola.