Ma l’azzeramento delle supplenze richiede l’organico funzionale

L’annuncio della ministra, prima del varo del piano per la scuola, sulle supplenze di cui ha recitato il de profundis (le supplenze sono un agente patogeno da cui liberarsi) merita alcune precisazioni.

La riduzione delle supplenze (l’azzeramento totale sembra una chimera) non può che essere conseguenza dell’organico funzionale di istituto di cui si parla da anni, una dotazione di insegnanti (di ruolo) che andrebbero ad aggiungersi agli attuali titolari di cattedra.

Con insegnanti in più in ogni istituzione scolastica (incremento del 10%?) si potrebbero fare molte cose (attività di recupero, didattica integrativa, progetti di qualificazione, sostituzione di docenti assenti, ecc.).

Le supplenze (il loro contenimento) rientrerebbero, dunque, tra gli effetti dell’organico funzionale (di cui la ministra non ha fatto cenno): una conseguenza dell’obiettivo primario dell’organico funzionale.

Supposto che l’organico funzionale sia pari al 10% dell’organico di diritto attuale, sarebbe necessaria l’assunzione di circa 70 mila insegnanti che andrebbero ad aggiungersi alle ordinarie immissioni in ruolo per il turn over.

Questa sì che sarebbe una notizia, più importante forse dell’addio alle supplenze di cui ha parlato la ministra.

Perché non ha parlato dell’organico funzionale e della conseguente immissione in ruolo di tanti precari?

Al piano Renzi l’ardua risposta.