Docente unico o prevalente. Una lettera di Norberto Bottani

Pubblichiamo la mail inviataci da Norberto Bottani, autorevole analista dei sistemi scolastici a livello internazionale. I lettori possono valutare la questione, di grande attualità in Italia, ed eventualmente mandarci i loro commenti all’indirizzo botta_e_risposta@tuttoscuola.com.
 

Perché discutere sul sesso degli angeli?  Tuttoscuola non dovrebbe più perdere tempo su questi punti ridicoli. Il docente unico che fa tutto nella scuola elementare non c’è più da nessuna parte, però ovunque c’è il docente prevalente che si avvale di specialisti che entrano o escono in classe in base ad una intesa, ad un programma, stabilito da lui o con lui. Oppure, c’è un apparato di sostegno per le scuole e per i docenti di alta professionalità che il docente o la scuola possono mobilitare quando ne hanno bisogno. C’è quindi un docente prevalente che ha la responsabilità della classe, unico responsabile degli apprendimenti degli allievi, che può avvalersi dell’aiuto di specialisti. L’autonomia scolastica dovrebbe essere usata proprio per questi scopi. Ogni docente, ogni classe svolge una valutazione dei propri punti deboli e concorda gli interventi necessari. Nessuna uniformità. Un docente prevalente può essere un bravissimo insegnante d’educazione musicale (una volta si diceva di canto) oppure di educazione fisica, o di lavori manuali, o d’inglese. In questi casi non ha bisogno di aiuti esterni. Se la cava da solo magari con massimo piacere e grandi soddisfazioni. 

Non c’è altrove il modulo né l’interpretazione del modulo come è stata fatta in moltissime sedi scolastiche dove si è trasformata la scuola primaria in una scuola secondaria con docenti specializzati per discipline. Questa è una specificità unicamente italiana.

Non si tiri  in ballo il docente di religione per spiegare che il docente unico non è unico. Mi chiedo dove sia il senso del ridicolo. Il docente di religione ha poco  a che fare con gli apprendimenti fondamentali. Questa è una faccenda politica presa in un contesto particolare. Per esempio in Francia o in molti cantoni elvetici non c’è nessun docente di religione nelle scuole. Non per questo il senso morale o l’educazione religiosa ne soffrono e sono trascurati dagli insegnanti-educatori.

Tuttoscuola farebbe opera di salubrità pubblica se ribadisse queste semplicissime verità ed impedisse che il dibattito sulla scuola si perdesse in quisquilie irrilevanti.

Norberto Bottani