Verso un modello integrato: psicologi, pedagogisti ed educatori per una scuola centrata su educazione e prevenzione

Negli ultimi trent’anni, il dibattito sull’introduzione stabile dello psicologo nelle scuole italiane è stato continuo e articolato. Recentemente, l’attenzione si è riaccesa grazie all’emendamento proposto dal senatore Mario Occhiuto di Forza Italia, che ha rilanciato la necessità di un supporto psicologico strutturato per studenti, famiglie e docenti, soprattutto alla luce delle difficoltà emerse durante la pandemia e delle nuove sfide sociali. Tuttavia, è fondamentale non dimenticare il ruolo cruciale di pedagogisti ed educatori professionali socio-pedagogici, figure già riconosciute e regolamentate dalla Legge 55/2024. Questi professionisti operano con un approccio educativo e preventivo, promuovendo la crescita globale degli studenti e collaborando con insegnanti e famiglie per costruire ambienti scolastici inclusivi e stimolanti.

Una scuola che educa, non una scuola “sanitarizzata”

La scuola deve rimanere un luogo di formazione e crescita umana, non trasformarsi in un ambiente “sanitarizzato”, dove prevalga unicamente l’approccio clinico. La presenza dello psicologo scolastico è certamente preziosa, soprattutto per intercettare precocemente segnali di disagio emotivo e per contrastare fenomeni come bullismo e cyberbullismo. Tuttavia, la sua attività non può e non deve escludere quella dei pedagogisti e degli educatori, che agiscono in modo complementare e sinergico.

Questa sinergia è essenziale per offrire un sostegno integrato e rispettoso della complessità delle esigenze formative e di benessere degli studenti. Solo valorizzando pienamente tutte le professionalità coinvolte si può costruire una scuola che non si limiti a curare il disagio, ma che soprattutto educhi alla salute mentale, al benessere e alla prevenzione.

Le criticità dell’introduzione stabile dello psicologo scolastico

L’introduzione stabile dello psicologo nelle scuole presenta alcune criticità da non sottovalutare:

  • Sanitarizzazione della scuola: rischio di perdere il ruolo educativo e pedagogico della scuola.
  • Sottovalutazione di pedagogisti ed educatori: figure istituzionalmente riconosciute dalla Legge 55/2024, ma spesso ignorate nella pratica.
  • Confusione di ruoli e competenze: possibile inefficacia nell’affrontare le esigenze educative e formative se non chiaramente definite.
  • Mancanza di una normativa nazionale chiara e uniforme: disparità territoriali e incertezze operative.
  • Questioni etiche e di consenso: necessità del consenso informato delle famiglie per interventi psicologici.
  • Risorse limitate e complessità organizzativa: necessità di investimenti economici e strutturali adeguati.
  • Persistenza dello stigma: lo psicologo percepito come figura di supporto solo in caso di emergenza o disagio grave.

Verso una scuola integrata che educa e sostiene

La scuola italiana deve essere un ambiente di crescita globale, dove psicologia e pedagogia lavorano in sinergia per promuovere il benessere e lo sviluppo degli studenti. La pedagogia, con il suo focus sulla formazione, la relazione educativa e la crescita complessiva della persona, crea ambienti inclusivi e stimolanti. La psicologia, invece, interviene in modo mirato per individuare e affrontare disagi emotivi e comportamentali.

Per realizzare questo modello integrato è indispensabile:

  • Applicare pienamente la Legge 55/2024, valorizzando tutti i professionisti dell’educazione e del supporto socio-pedagogico.
  • Garantire risorse economiche e strutturali adeguate.
  • Definire una normativa chiara e uniforme a livello nazionale.
  • Promuovere una cultura della prevenzione, della salute mentale e dell’inclusione.

L’impegno dell’ANPE

L’ANPE si impegna a vigilare affinché le normative vigenti siano rispettate e a collaborare con le istituzioni per definire modelli di intervento scolastico che integrino psicologia, pedagogia ed educazione. L’obiettivo è mantenere la scuola come cuore pulsante della crescita umana, culturale e sociale, capace di educare e sostenere, non solo di curare.

In conclusione, il dibattito sull’introduzione dello psicologo nelle scuole italiane non è nuovo, ma oggi, più che mai, è necessario un approccio integrato e rispettoso di tutte le professionalità coinvolte. Solo così potremo costruire una scuola che sia davvero un luogo di crescita, prevenzione e inclusione per tutti gli studenti.

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