Verso un biennio più unitario. Forse

Il CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) è in procinto di esprimere il suo parere sullo schema di regolamento con il quale il Ministro dell’Istruzione dà una prima attuazione a quanto disposto dalla legge Finanziaria 2007 (commi 622 e 624) in materia di obbligo decennale di istruzione. I tempi sono strettissimi, perché la Finanziaria ha stabilito la decorrenza del nuovo obbligo di istruzione a partire dal 1° settembre 2007, con riferimento a tutto il sistema compresi i percorsi triennali di qualifica, l’ex secondo canale della riforma Moratti i cui primi due anni rientrano ora nella fascia dell’istruzione obbligatoria.
Lo schema di regolamento fa riferimento a un sistema di conoscenze, abilità e competenze, riferite a quattro diversi assi culturali (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale), che sono indicate in un documento tecnico allegato, basato sulle proposte elaborate nello scorso mese di marzo da una commissione ministeriale presieduta da Giorgio Allulli.
La prospettiva sembrerebbe quella della costruzione di una nuova area comune, del tipo di quella elaborata dalla commissione Brocca all’inizio degli anni novanta dello scorso secolo, ma così non è perché lo schema di regolamento dopo aver affermato la “equivalenza formativa di tutti i percorsi“, specifica che tutto ciò deve avvenire “nel rispetto dell’identità dell’offerta formativa e dei curricoli dei diversi ordini, tipi e indirizzi di studio“. E perché non ci siano dubbi, elenca puntualmente gli ordini di scuola secondaria superiore nei cui curricoli (del biennio iniziale) le nuove conoscenze, abilità e competenze dovranno essere “recepite” ad opera delle istituzioni scolastiche, anche avvalendosi della flessibilità loro assicurata dal regolamento dell’autonomia (DPR 275/1999).
A sostegno dell’intera operazione, compresi l’orientamento dei giovani, la formazione dei docenti, la valutazione dei percorsi e la certificazione delle competenze acquisite dagli allievi alla fine dei dieci anni di istruzione obbligatoria, il Ministero, assistito dalla Agenzia per lo sviluppo dell’autonomia (ex Indire), dall’Invalsi e dall’Isfol, emanerà apposite Linee guida. L’impresa, tenuto conto della complessità della materia, dei tempi stretti e del non facile raccordo tra i curricoli vigenti da “rispettare” e i nuovi assi da “recepire“, appare proibitiva. Forse è anche per questo che all’art. 5, comma 1, dello schema di regolamento si parla cautamente di attuazione “sperimentale” delle nuove disposizioni sull’istruzione obbligatoria.