Verso lo sciopero nella scuola?

Lunedì 1° marzo il personale scolastico è chiamato dai sindacati dell’Unicobas a scioperare contro la riforma per l’intera giornata, ma l’iniziativa potrebbe rappresentare una prova generale per ben altra forma di astensione, perché i sindacati confederali stanno per decidere un’altra giornata di sciopero entro marzo.

Quello sciopero sarebbe la naturale conseguenza del movimento e delle manifestazioni che in questi ultimi due mesi hanno accompagnato l’approvazione del primo decreto legislativo di riforma; ma i sindacati quali obiettivi potrebbe prefiggersi di conseguire e con quale rivendicazione?
Uno sciopero normalmente non è mai fine a se stesso, non viene fatto per protestare punto e basta.
Normalmente cerca qualcosa: soldi, condizioni di lavoro migliori, tutele giuridiche del personale.

Ma questa volta quali rivendicazioni potrebbero motivare l’astensione del personale scolastico, se non quello di richiedere il ritiro di una disposizione legislativa (il decreto 18 febbraio 2004) non gradita ma, al di là del merito, non esplicitamente lesiva di concreti interessi individuali degli insegnanti (carichi di lavoro, posti di lavoro, retribuzioni, ecc.)?

È davvero pensabile che il Governo, di fronte ad una richiesta (supponiamo) massiccia, annulli o sospenda il decreto, negando una delle più importanti riforme varate dalla Casa delle Libertà?
I sindacati, incalzati dalla propria base più attiva, sono allora alla ricerca anche di altre motivazioni più concrete che possano coinvolgere il milione di operatori della scuola per proclamare uno sciopero che non serva soltanto a impedire qualcosa ma anche ad ottenere qualcosa.