Verso le elezioni. Poco spazio per la scuola

Nella scorsa settimana le principali forze politiche hanno presentato i programmi elettorali, all’interno dei quali sono stati presi in (avara) considerazione anche i temi che riguardano il sistema scolastico e formativo.

A differenza di quanto avvenuto in altre occasioni, non si può dire che alla politica scolastica venga riservato uno spazio importante, addirittura privilegiato, come accadde per esempio nelle elezioni del 1996 per il centro-sinistra, e in quelle del 2001 per il centro-destra.

Questa volta prevalgono di gran lunga i temi di carattere economico, da quelli fiscali a quelli dello sviluppo e del lavoro, seguiti dai problemi della casa, della giustizia, della sicurezza. E per la scuola, in queste elezioni dominate, ancor più che in passato, da preoccupazioni di tipo comunicativo-mediatico, sembra che un po’ tutte le forze politiche abbiano scelto di misurarsi su slogan, parole d’ordine ad effetto.

Nessuna di esse, o almeno nessuna delle quattro che abbiamo preso in considerazione e che pubblicheremo in successione, per esempio, ha assunto come asse delle proprie proposte il rigoroso rapporto tra sviluppo economico e sviluppo del sistema formativo che è stato alla base di alcune note analisi del governatore della Banca d’Italia Draghi. L’impressione, almeno in questo esordio di campagna elettorale, è che si voglia quasi evitare di affrontare una materia considerata intricata, difficile, poco “pagante” in termini elettorali, troppe volte oggetto di riforme proclamate e poi regolarmente vanificate.

Se così fosse (ma noi continuiamo a sperare di no) l’Italia si porrebbe in controtendenza rispetto ai principali Paesi del mondo, che fanno degli investimenti in risorse umane una vera priorità, anche in termini economici e finanziari.