
Verso la terza Repubblica?/3. Il ruvido realismo di Bersani
Nel corso della sua campagna per le elezioni primarie del Pd, cui è candidato, il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha spesso occasione di incontrare insegnanti e di parlare di scuola.
Lo ha fatto anche venerdì scorso nella tappa marchigiana del suo tour quando, rispondendo alla sollecitazione di un docente precario che proponeva di trasferire alla formazione i soldi destinati ai cacciabombardieri, il leader del Pd ha risposto che “non ci sarebbero problemi: ma la verità è che i soldi per gli F35 non ci sono nel bilancio”.
Bersani ha ammesso con il ruvido realismo che spesso caratterizza le sue parole, che “il tema della scuola impatta in una situazione certamente difficile”. Non ha fatto promesse, limitandosi a dire che “al prossimo ‘giro’ bisogna che facciamo il punto su come dare stabilità alle prospettive della scuola”. E ha poi indicato poche priorità: “a parte la fatiscenza degli edifici, dobbiamo far fronte a un aumento dell’abbandono scolastico e credo anch’io che bisogna trattare meglio gli insegnanti, perché sono la risorsa che abbiamo per mettere in testa alle nuove generazioni un po’ di ‘scaffali di conoscenza’”.
Ha poi però aggiunto che sul futuro della scuola italiana “bisogna fare una riflessione quasi di tipo Costituzionale”. Non è la prima volta che questa considerazione viene fatta da importanti esponenti politici, e d’altra parte è la stessa Costituzione italiana del 1948 che parla diffusamente di scuola in più di un articolo. Anche la revisione costituzionale del Titolo V, fatta nel 2001, se ne occupa ampiamente, ma anche la nuova organizzazione delle competenze istituzionali è rimasta a livello di enunciazione legislativa per la sorda, silenziosa opposizione dei vertici amministrativi.
L’accenno di Bersani, fatto oggi alla vigilia di una competizione elettorale dalla quale il Pd potrebbe uscire vincente, e il tono misurato delle sue parole, potrebbero essere interpretati come segnali di un orientamento a cercare, sulla politica scolastica, convergenze politiche ampie, come si conviene a una tematica di rilevanza costituzionale. Se così fosse, la scuola non avrebbe che da guadagnarne.
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