
Verso il voto/2. La variabile Grillo
A differenza degli altri quattro schieramenti politici che si misureranno nelle prossime elezioni, che sono tutti costituiti da coalizioni (Pdl-Lega-Destra; Pd-Sel; Monti-Udc-Fli; Ingroia-Idv-Rc-Verdi e altri), il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è un partito monocratico, anzi secondo alcuni commentatori politici addirittura monarchico, ancora più dipendente dal capo di quanto lo sia da decenni il movimento radicale di un altro leader carismatico come Marco Pannella.
Questo significa che presumibilmente le decine di parlamentari grillini che secondo tutti i sondaggi entreranno nel prossimo Parlamento si muoveranno in modo compatto, seguendo le indicazioni del capo, senza aver bisogno di fare le complicate mediazioni che invece caratterizzeranno l’azione politica delle coalizioni e verosimilmente anche del prossimo governo, a maggior ragione se sarà sostenuto da una maggioranza formata da più di una delle citate coalizioni.
Per le sue caratteristiche il Movimento 5 Stelle non sembra disponibile a far parte di nessuna maggioranza di governo, ma ci sono punti del suo programma che potrebbero trovare l’appoggio di altri partiti (o di singole componenti delle varie coalizioni) sia della maggioranza che dell’opposizione, e questo introdurrà un elemento di imprevedibilità soprattutto per quanto riguarda l’attività legislativa.
Per esempio se Grillo terrà fermo il programma di politica scolastica che sta sottoponendo agli elettori potrà influire sull’esito dei non pochi provvedimenti (leggi, decreti legge, decreti legislativi, regolamenti) che passeranno al vaglio del prossimo Parlamento. Basta scorrere l’elenco dei punti -indicazioni secche, non argomentate – indicati nel paragrafo Istruzione, dall’abolizione della legge Gelmini (non meglio specificata, forse si tratta di quella universitaria) all’abolizione del valore legale dei titoli di studio, dagli investimenti nella ricerca universitaria (non si parla di scuola) alla l’obbligatorietà per gli studenti, finita la scuola, di un’esperienza diretta in azienda, all’“integrazione università/aziende”, per finire col corposo pacchetto di interventi per l’impiego sistematico di internet nelle scuole e nelle università. Tutti punti sui quali potrebbero costituirsi maggioranze trasversali ad assetto variabile.
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