Vento di occupazione studentesca portato dal decreto sicurezza

Ai primi di settembre una simbolica e polemica manifestazione di studenti a Roma davanti al ministero dell’istruzione sembrava annunciare un nuovo autunno caldo nel mondo della scuola per criticare un cambiamento annunciato ma tradito, e rivendicare un investimento di risorse per combattere la dispersione scolastica che poche ore prima era stata oggetto del dossier di Tuttoscuola pubblicato da L’Espresso.

Ci si chiedeva se il pretesto per le rituali manifestazioni studentesche d’autunno si sarebbe basato sulla dispersione o su un altro tema connesso alle iniziative di Governo.

Una prima risposta sembra venuta dal liceo Virgilio di Roma, l’istituto noto nelle cronache della capitale per le occupazioni e altre iniziative di contestazione.

In un comunicato pubblicato su Facebook e riportato da “Il tempo” di Roma sotto il titolo “Il liceo Virgilio dice ‘no’ alle forze di polizia”, si critica pesantemente la prevenzione dei crimini davanti alle scuole lanciata dal Viminale con il decreto “Scuole sicure”, giudicato assurdo e propagandistico.

“Noi non accetteremo mai la presenza delle forze dell’ordine all’interno dell’istituto – recita il comunicato del collettivo studenti del liceo, come riferisce il giornale romano – perché queste azioni repressive sono prive di qualsiasi funzione educativa”.

Il quotidiano capitolino chiude la nota sul Virgilio con il commento: non lascia spazio ad interpretazioni la nota diramata sulla pagina FB dal collettivo del liceo, anche perché voci non confermate riferiscono di imminenti azioni di contestazione contro il decreto “Scuole sicure”. Se la protesta sarà raccolta da altri istituti, il pretesto per un nuovo autunno caldo potrebbe riguardare proprio il decreto voluto dal vice-premier Salvini e diventare un’occasione ghiotta da parte di gruppi studenteschi per protestare contro il governo e, in particolare, contro gli esponenti della Lega.