Valutazione in discussione/4. Comparare per conoscere, non per copiare

In questa occasione il prof. Robert Cowen, già presidente della CESE (Comparative Education Society in Europe), una delle massime autorità mondiali nel campo dell’educazione comparata, ha sostenuto che il programma Pisa, per come viene recepito dai governi nazionali, si ispira a una concezione della stessa educazione comparata “vecchia di 60 anni” (descrittivista, centrata sul confronto delle caratteristiche istituzionali per cogliere estrinsecamente analogie e differenze tra i sistemi, orientata a importare ‘buone pratiche’ ignorando il contesto che ne favorisce la realizzazione).

Ma se i decisori politici, compresi quelli che operano nelle grandi organizzazioni internazionali come l’Ocse, obbediscono alle logiche del potere economico e politico, che in questa fase storica vedono l’egemonia degli USA e delle classi dirigenti nazionali ad essi collegate, diverso è il compito della ricerca accademica in campo comparativo, per la quale anche quelle stesse logiche devono essere studiate, nella più assoluta indipendenza.

Come è emerso anche nelle due tavole rotonde internazionali coordinate da Orazio Niceforo, vicepresidente della SICESE, e dal sociologo dell’educazione Luciano Benadusi (Roma La Sapienza), cui hanno preso parte i prof Palomba (Tor Vergata), Hans-Georg Kotthoff (Freiburg) e Anselmo Paolone (Udine e Tor Vergata) con un ampio intervento di Robert Cowen (Institute of Education, London), oggetto fondamentale dell’educazione comparata dovrebbero essere invece le relazioni tra i diversi sistemi, le ricadute all’interno di ciascuno di essi di modelli, suggestioni, parole d’ordine provenienti da altri Paesi, ma nella consapevolezza del carattere peculiare di ciascun contesto nazionale, della sua identità, della sua storia.

Questi temi avranno certamente uno spazio rilevante nella XXV Conferenza della CESE che si svolgerà in Spagna (Università di Salamanca) dal 18-21 giugno 2012.