Valutazione, evoluzione del concetto tra passato e presente

Il dibattito sulla valutazione continua a rappresentare uno dei nodi cruciali del sistema scolastico. A riprova di questa persistente attualità, il testo a cura di Nicola Serio ed altri prestigiosi autori (tra i quali ricordiamo Bazzocchi, Bertoldi, Boselli, Cerini, Crispiani, Lippi, Melucci e Rizzo), “Oltre la valutazione – Idee e ipotesi a confronto”, Editore Armando Roma, 1999, emerge non come un documento storico, ma come una guida illuminante, capace di mettere a fuoco con sorprendente lucidità le problematiche che ancora oggi affrontiamo quotidianamente in classe. Sebbene la ricerca e la riflessione teorica abbiano fatto passi da gigante, l’atto valutativo rischia di rimanere ancorato a una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, un’abitudine che si consolida nella ripetizione di prassi che, pur rassicurando, nascondono una profonda e pericolosa soggettività. L’inevitabile parzialità dei dati e l’incertezza dei criteri rendono la valutazione un problema per tutti gli attori del sistema scolastico.

La critica di Serio al sistema dei voti e degli esami è, in questo senso, di una modernità disarmante. In un’epoca in cui si dibatte ancora ferocemente sull’efficacia e sul significato dei voti, le sue parole risuonano con una forza rinnovata. Il voto, con la sua presunta oggettività, è in realtà una scorciatoia che elude la complessità del percorso di apprendimento. Esso si fonda su un’idea di selettività e meritocrazia che stride con i principi di una scuola democratica, orientata a favorire lo sviluppo del potenziale di ogni studente. Come Serio, citando Montuschi, ci ricorda, un sistema che incentiva l’apprendimento unicamente in funzione del voto, impedisce agli alunni di scoprire la gioia genuina di apprendere. Privo di un vero valore descrittivo, diagnostico o prognostico, il voto si rivela uno strumento inadeguato per una didattica che oggi, più che mai, ambisce alla personalizzazione e all’inclusione.

Ma la lezione più profonda di Serio risiede nel superamento del dualismo tra oggettività e soggettività, tra l’approccio misurativo e quello ermeneutico. L’autore ci mette in guardia dagli “errori del valutatore” – dall’effetto alone alla tendenza centrale – che inquinano l’atto valutativo, trasformandolo da atto educativo a puro giudizio personale. Il suo appello è volto a spostare l’attenzione dalla valutazione del “prodotto” a quella del “processo”, un passaggio che oggi è al centro di ogni dibattito sulla didattica per competenze e sull’educazione personalizzata. Questa visione, lungimirante, estende l’orizzonte della valutazione dall’alunno all’intera istituzione scolastica. La valutazione diventa così uno strumento per la scuola stessa per autovalutarsi, per riflettere sulla propria organizzazione, sulle proprie metodologie e sulla propria efficacia educativa.

In questo quadro, il pensiero di Serio culmina nei concetti di autovalutazione e metavalutazione, i veri cardini di una “nuova cultura valutativa”. L’autovalutazione, intesa come riflessione critica dello studente sui giudizi ricevuti, lo rende parte attiva del proprio percorso di crescita. La metavalutazione, invece, rappresenta il momento più alto e responsabilizzante per il docente: il processo autoriflessivo che lo porta a valutare gli strumenti, le procedure e gli atti che egli stesso utilizza. Questo è il momento conclusivo e più elevato, nel quale l’insegnante si interroga sulla validità, attendibilità ed efficacia dei propri mezzi, assumendo piena coscienza di ciò che fa quando valuta. È il passaggio definitivo dal controllo dell’oggetto culturale alla “coscienza dell’io”, un processo che trasforma la valutazione da atto burocratico a un atto etico, di fiducia e di valorizzazione della persona umana. Per queste ragioni, “Oltre la valutazione” non è un testo da archiviare, ma una bussola essenziale per orientare la scuola del presente e del futuro.

La discussione che sta avvenendo oggi sulla valutazione in voti o in giudizi si alimenta anche partendo dalle ricerche sul tema svolte nel passato da prestigiosi uomini di scuola, accademici e insegnanti da cui bisogna partire per affrontare in maniera nuova e in contesti organizzativi-didattici-scolastici diversi il tema su nuove piste di ricerca e sperimentazione. D’altra parte oggi non si può non tener conto delle riflessioni e anche dei giudizi critici espressi dagli studenti che, nel rifiuto del voto, manifestano incongruenze sulle attuali procedure valutative che procurano disagio e comportamenti di rifiuto, come accaduto recentemente da parte degli studenti in occasione degli Esami di Stato. Il rifiuto degli studenti al voto costituisce la spia di un disagio ben profondo, che non può che essere collegato alla fragilità emotiva, all’ansia della prestazione e ad altri problemi connessi, manifestati da molti studenti nelle scuole.

“Valutare non significa solo accertare, ma soprattutto conoscere: conoscere un’esperienza, una situazione, un processo. La valutazione è un’ipotesi di intervento per migliorare le cose. Occorre essere consapevoli che non vi può essere in essa una certezza della sicurezza metodologica; la valutazione non produce certezze, formula solo ipotesi e congetture per rivestirle di senso. Nel nostro sistema scolastico l’atto valutativo diviene spesso il risultato dell’incontro-confronto di più punti di vista di tutti i soggetti coinvolti allo scopo di conoscere e capire eventi, fenomeni e situazioni. La scuola attraverso la ricerca dovrà elaborare propri strumenti valutativi per migliorare il funzionamento organizzativo e l’attività didattica. Ecco perché la valutazione non è più un problema che riguarda il singolo insegnante, ma tutta l’istituzione scolastica, che vede nella ricerca una spinta alla propria crescita e al proprio sviluppo. Solo così la scuola potrà garantire il diritto ad una valutazione, che sia atto educativo di fiducia e di valorizzazione della persona umana. (1)

 

(1)Nicola Serio “L’attuale ricerca sulla valutazione” in Franco Bertoldi, Nicola Serio (a cura di), “OLTRE LA VALUTAZIONE – Idee e ipotesi a confronto” Armando Editore Roma 1999

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