Valutazione dei dirigenti scolastici: non tutti sono d’accordo

Lo SNADIS, un piccolo sindacato autonomo di dirigenti scolastici, è per ora l’unica organizzazione che ha assunto una posizione nettamente critica nei confronti del nuovo sistema di valutazione dei D.S. (SIVADIS 3), messo a punto nel seminario misto MIUR-Sindacati-Associazioni professionali svoltosi a Montecatini dall’11 al 14 luglio 2005.

Lo SNADIS, da una parte, ripropone obiezioni che sembrano superate dai più recenti accordi, come la “produzione di un eccessivo numero di documenti da parte dei D.S.” (ora drasticamente ridotti), ma in realtà punta a rimettere in discussione l’intera filosofia del SIVADIS, il suo carattere pattizio. A suo avviso “la valutazione di risultato del D.S. non può essere concepita come valutazione formativa“, che “è propria esclusivamente di una azione educativa rivolta a soggetti impegnati in un percorso di apprendimento“, ma va intesa “come una mera procedura di riscontro delle prestazioni e dei risultati conseguiti, che il valutatore può verificare tramite un report della situazione redatto dal D.S. con allegati i documenti caratterizzanti la vita dell’Istituto Scolastico: POF, contrattazione integrativa, programma annuale“.

Per la verità anche il modello SIVADIS 3 prevede che la valutazione annuale del D.S. sia effettuata sulla base di una scheda autovalutativa compilata dall’interessato, “riscontrabile” da parte del team valutativo. Ma accanto alla valutazione annuale, legata alla retribuzione di risultato, il modello SIVADIS prevede che ce ne sia anche un’altra, a sviluppo pluriennale, centrata sulle prestazioni e sulle competenze del D.S., e finalizzata al miglioramento professionale più che al riscontro dei risultati ottenuti. E’ questo tipo di valutazione che lo SNADIS contesta, considerandola eccedente rispetto ai compiti che il decreto legislativo 286/1999 assegna alla Amministrazione in materia di verifica della regolarità amministrativa e di controllo di gestione.