Università, la UE vuole raddoppiare il numero di chi studia all’estero

Ogni anno l’Unione europea offre ai giovani l’opportunità di studiare e lavorare all’estero e, solo nel 2010, più di mezzo milione di loro ha beneficiato di una borsa di studio Ue per studiare, fare formazione o fare volontariato in un Paese diverso da quello d’origine. Il numero però è destinato a crescere, persino a raddoppiare, nei prossimi anni, grazie alla recente proposta della Commissione di creare un programma unico, “Erasmus per tutti”, che potrebbe coprire 5 milioni fra studenti, ricercatori e docenti nel periodo 2007-2014.

E’ quanto emerge al workshop “Passaporto Mobilità: istruzioni per l’uso. Formarsi e lavorare nei Paesi dell’Unione europea”, in programma oggi e domani presso la sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche, a Roma, e promosso dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

Tre i principali obiettivi delle due giornate formative. Il primo è diffondere la conoscenza delle tematiche relative alla libera circolazione nell’UE con iniziative pensate per gli studenti universitari, ma aperte anche al grande pubblico. Secondo obiettivo è far conoscere le opportunità di mobilità all’estero offerte, non solo ai giovani, per studiare, lavorare e fare esperienze in altri Paesi.

Terzo obiettivo dell’incontro promosso al Cnr per un ‘passaporto per tutti’, è anche fornire esempi di buone prassi relative alla mobilità intesa come crescita professionale, culturale, sociale e personale. Un concetto ampiamente condiviso dalla Commissaria responsabile per l’Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, Androulla Vassiliou, che, proprio nei gironi scorsi aveva sottolineato come “l’investimento nell’istruzione e nella formazione è il migliore che possiamo fare per il futuro dell’Europa”.

“Un’esperienza di studio all’estero -aveva sottolineato ancora Vassiliou – accresce le competenze delle persone, ne favorisce lo sviluppo personale, l’adattabilità e aumenta la possibilità di trovare lavoro”.