Università, calano i neoiscritti (-9,2% in 4 anni), specie nel Centro-Sud

In controtendenza le università private. Tengono meglio i grandi atenei

L’università pubblica arretra; quella privata no. E’ quanto emerge da uno studio sui nuovi iscritti al 2010 effettuato dal Cun (Consiglio universitario nazionale). L’indagine, che è stata diffusa oggi in concomitanza con la presentazione del Rapporto Almalaurea, mette pure in evidenza come a fronte di un calo delle matricole aumentino invece i diplomati delle scuole superiori.

Calano del 5% le immatricolazioni alle università pubbliche con 3.986 iscritti in meno nel 2010 rispetto al 2009. Negli ultimi quattro anni il calo è del 9,2% (- 26.000 immatricolazioni).

Complessivamente il sistema si contrae in tutta la penisola, ma il Sud e il Centro soffrono di più. Perdono studenti, infatti, soprattutto gli atenei del Centro con 3.453 neoiscrizioni in meno (un calo del 5,4% nel 2010 e del 16,8% negli ultimi quattro anni) e quelli del Sud con 4.800 immatricolazioni in meno e un calo del 7,9% nell’ultimo anno e del 19,6% negli ultimi quattro anni. Il Nord tiene meglio con un calo delle immatricolazioni, nell’ultimo anno, dello 0,5% (372 studenti in meno) per il Nord ovest (dove però negli ultimi quattro anni si evidenzia un incremento del 2,9%) e del 3,2% (1.706 studenti) per il Nord est (negli ultimi quattro anni si registra una perdita dell’1,1%, cioé 564 matricole).

Aumentano i diplomati delle scuole superiori – +0,9% nel 2010 (sono stati 450.150 i diplomati nel 2010, 445.968 nel 2009) – che però si sono iscritti in meno all’università nel 2010: il 62%. Nel 2009 era il 66%, nel 2008 il 65% e nel 2007 il 68%. In quattro anni il numero dei diplomati che prosegue gli studi è calato del 6%.

Tutte le facoltà perdono immatricolazioni anche se quelle scientifiche tengono meglio (hanno assorbito il 33,5% delle immatricolazioni del 2010, il 32,6% nel 2009). In calo le facoltà umanistiche (il 16,8% delle immatricolazioni, nel 2009 erano il 17,1%) e sociali (37,8% nel 2010, 38,4% nel 2009). Stabili le lauree sanitarie anche perché a ingresso contingentato (costituiscono il 12% degli immatricolati). In controtendenza anche i politecnici che pur subendo una riduzione delle immatricolazioni del 4,9% (ma rispetto al 2007 aumentano del 5,8%) assorbono nel 2010 il 5,1% delle immatricolazioni totali (nel 2007 era il 4,4%).

Le università ‘non statali’ (le cosiddette “private” e gli atenei di Enna, Aosta e Bolzano) sono in controtendenza. Nel 2010 segnano, infatti, un +2% di neoiscritti che le porta, negli ultimi quattro anni, dal 6,1% al 6,6% degli immatricolati totali in Italia. L’aumento tuttavia non compensa ancora il calo di immatricolati rispetto al 2007 che è pari allo 0,8%. Oggi assorbono il 6,6% degli immatricolati totali (nel 2007 e nel 2009 ne assorbivano il 6,1%).

Sono i piccoli atenei (con meno di 10 mila iscritti) ad arretrare di più: le immatricolazioni dal 2009 al 2010 scendono dal 3,2% al 2,9% del totale dei neoiscritti. Anche i medi atenei (fra i 10.000 e i 20.000 iscritti) passano dal 15,5% del 2009 al 15,3% del 2010. Tengono meglio i mega atenei (con più di 40.000 iscritti) con il 42,6% di immatricolazioni nel 2010 contro il 42,4 % nel 2009. I grandi atenei (fra i 20.00 e i 40.000 iscritti) aumentano in proporzione le immatricolazioni, che passano dal 26,8% nel 2009 al 27,2% nel 2010.