Una riforma mai partita, a che serve il decreto?
La riforma dei cicli non è morta, ma non si può dire che goda di ottima salute: la raffica di osservazioni e di riserve espresse dalla Corte dei Conti ne ha di fatto impedito la prima attuazione e l’apposito regolamento di avvio della scuola di base, necessario per settembre prossimo, è al palo.
Senza quel regolamento la scuola di base è ferma, sospesa, senza che sia necessario quell’intervento di urgenza che Silvio Berlusconi ha confermato nella presentazione del suo programma alla Camere.
Il decreto legge di sospensione annunciato dal governo appare quindi inutile, visto che il regolamento ha di fatto tirato le cuoia, e non sarà certo il ministro Moratti a tentare un improbabile recupero per consentirgli di vivere: la realtà è che la riforma si è già fermata da sola, e quando partirà, dopo l’annunciata consultazione, sarà rivista.
I reiterati annunci di prossimi provvedimenti da parte del governo sembrano allora un killeraggio inutile, che ha fatto peraltro esplodere una parte dell’opposizione, stretta intorno all’ex ministro Luigi Berlinguer che ha annunciato una guerra santa contro la riforma della riforma. Anche la Cgil ha sentenziato un duro “giù le mani dai cicli” che fa presagire un autunno caldo nel mondo della scuola e un possibile scontro sindacale, viste le divergenti posizioni in merito tra le diverse sigle.
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