
Il progetto della Regione Piemonte di introdurre nell’orario obbligatorio di lezione l’insegnamento della “storia del Piemonte” ha fatto storcere la bocca a diversi che hanno considerato l’iniziativa come una delle solite boutade della Lega Nord (che l’ha proposta).
L’iniziativa è invece legittima e fondata, anche se può sorprendere.
All’interno dell’orario obbligatorio di lezione per tutti i settori scolastici, dall’infanzia alle superiori, oltre alla quota nazionale sono previste una quota riservata all’istituto e una quota regionale.
Già il Regolamento sull’autonomia (dpr 275/1999) comprendeva una quota riservata all’istituzione scolastica: Le istituzioni scolastiche determinano, nel Piano dell’offerta formativa il curricolo obbligatorio per i propri alunni in modo da integrare, a norma del comma 1, la quota definita a livello nazionale con la quota loro riservata che comprende le discipline e le attività da esse liberamente scelte.
Il ministro Fioroni nel 2006 aveva quantificato la quota d’istituto nel 20%. Per capirci: nell’orario di lezione di una scuola media (30 ore settimanali) l’istituto può tenere per sé una quota oraria pari al 20% (equivalenti a 6 ore settimanali) al cui interno può svolgere insegnamenti diversi da quelli disposti dalle Indicazioni nazionali.
Il decreto legislativo 59/2004, recependo i dispositivi del nuovo Titolo V della Costituzione, aveva previsto che l’orario annuale è “comprensivo della quota riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e all’insegnamento della religione cattolica in conformità all’Accordo che apporta modifiche al Concordato lateranense e relativo Protocollo addizionale, reso esecutivo con legge 25 marzo 1985, n. 121, ed alle conseguenti intese”.
La quantificazione della quota regionale non è mai stata definita, anche se, a suo tempo, erano state avanzate ipotesi diverse comprese tra il 5% e il 10%, corrispondenti, secondo l’esempio precedente, a due-tre ore settimanali.
Se e quando la Conferenza delle Regioni (o la Conferenza unitaria Stato-Regioni) regolamenterà la materia, nelle scuole piemontesi potrà (anzi, dovrà) essere previsto l’insegnamento obbligatorio della storia regionale.
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