Sei un insegnante? Affitto negato. Accade a Mantova. Turi (Uil Scuola): ‘Caso di gravità assoluta’

Essere un insegnante pare essere diventato elemento di discriminazione: un fatto che desta grandissima preoccupazione – dichiara Uil Scuola -, non solo e non tanto perché la discriminazione è sempre da condannare, ma perché indirizzata ad una insegnante che dovrebbe, per funzione e status, rappresentare istituzionalmente, l’educazione, l’integrazione e la tolleranza, l’identità e la coscienza di un paese. La notizia  a cui fa riferimento il sindacato è quella pubblicata dalla Gazzetta di Mantova, che denuncia l’incresciosa situazione in cui si è trovata una docente alla quale è stato negato il contratto di affitto di una casa, “perché insegnante”.

«Un caso di una gravità assoluta» commenta senza mezzi termini il segretario della Uil Scuola, Pino Turi, che ricorda come la scuola abbia unito l’Italia sui valori universali del sapere e dell’educazione. «Azioni tanto odiose, sebbene probabilmente isolate, rappresentano un pericolo incombente per la coesione di un paese. Ora c’è bisogno di un moto di reazione e di solidarietà che deve provenire dalla società civile.Quella che stiamo portando avanti da tempo, è una battaglia di civiltà rivolta al Paese e alle forze politiche che, per prime, dovrebbero preservare la scuola e non utilizzarla come terreno di scontro politico.Forse solo questo esempio sarà utile per (ri)dare alla scuola e agli insegnati l’autorevolezza necessaria affinché tali avvenimenti non debbano più accadere» aggiunge Turi.

«All’inciviltà e alla maleducazione – continua il segretario della Uil Scuola -, si unisce un modello di pensiero che sembra avere sempre più presa nella nostra società interessata da una ventata neo liberista che investe anche la scuola: ogni persona vale per la sua capacità di spesa e non per ciò che rappresenta. Pensare questo di un insegnante è toccare il fondo del senso civico e  sociale: la scuola, gli insegnanti, soli non possono farcela, serve un’inversione di tendenza che rivaluti la funzione della scuola statale di tutte e di tutti, da parte dell’intera società civile e politica. Ne va della civiltà e del progresso del nostro paese – conclude Turi – e non basta più un segno di solidarietà o una pacca sulla spalla di uomini e donne che ogni giorno svolgono un difficile mestiere che è la base democratica e civile di un paese, servono azioni e interventi concreti».