
Un decennio di scuola: meno docenti della secondaria al centro-nord
Ancora una volta è la scuola dell’infanzia a presentarsi in attivo, dopo dieci anni, nei livelli di organico del personale docente (quasi 8 mila unità in più tra il 1996 e il 2005).
L’incremento del numero di docenti (di ruolo e supplenti annuali) nell’infanzia è proporzionale all’incremento degli iscritti nel settore.
Non seguono questa logica, pur avendo visto aumentare il numero di studenti nel decennio considerato, gli istituti di istruzione secondaria di II grado, dove il numero dei docenti è diminuito di oltre 3 mila unità (sembrava destinato all’incremento dopo l’innalzamento dell’obbligo scolastico).
Si salva a malapena la primaria, grazie all’incremento di posti di insegnante legato alla riforma (inglese e anticipi), mentre perde più di 29 mila insegnanti la secondaria di I grado (-14,6%).
Nei territori l’andamento dei livelli di personale docente è molto differenziato.
Per l’infanzia tutte le aree geografiche sono in aumento; il Sud chiude il decennio alle condizioni del 1996/97, nonostante il sensibile decremento di bambini iscritti.
Il numero di docenti della scuola primaria fa registrare un aumento di alcuni punti percentuali nelle regioni del nord, mentre è in flessione al sud e nelle isole.
Il sensibile calo di docenti della ex-scuola media è generalizzato in tutto il territorio, ma sfiora punte negative di quasi il 20% nelle regioni del Sud e delle Isole.
Infine il decremento del numero di docenti degli istituti superiori (media nazionale dell’1,55%), non è causato – come si potrebbe pensare – dalle situazioni delle regioni meridionali (7% in più nel decennio), ma da quelle settentrionali e soprattutto da quelle centrali (8% in meno).
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