Un alunno in casa: così noi genitori capiamo la grandezza dei docenti
Ci diceva nei giorni scorsi una dirigente scolastica di lunga esperienza che il confinamento dei ragazzi in casa, impegnati nella didattica on line, porta diversi genitori a scoprire di persona che lo scarso rendimento scolastico dei propri figli non è sempre da attribuire agli insegnanti (come spesso sostiene invece chi è alla ricerca di responsabilità esterne per giustificare i risultati poco brillanti dei figli).
Antonio Polito, il noto editorialista del Corriere, ha constatato un’altra realtà che indubbiamente rende onore all’impegno degli insegnanti e, in particolare, a quelli degli alunni più piccoli.
Esordisce così: “dell’importanza della scuola ci accorgiamo solo quando non c’è più. Voi direte: ma la scuola c’è, funziona, e l’abnegazione di tanti insegnanti e l’impegno di tanti studenti in condizioni così difficili sono encomiabili. Ed è vero”.
Ma Polito va oltre e, riferendosi alla didattica a distanza che si è trasformata in un gigantesco esperimento di home-schooling, e cioè di educazione parentale in casa, osserva che per renderla possibile serve un intervento attivo, paziente e intelligente dei genitori, momento per momento, per stimolare e sostenere bambini sotto i dieci anni.
E ammette: “Per noi si risolve molto spesso in un fallimento, e ci accorgiamo all’improvviso che fare gli insegnanti è un mestiere difficilissimo”.
E si chiede: “ma come diavolo riescono a tenere tanti bambini occupati e attenti per così tanto tempo quando noi non ci riusciamo nemmeno con un uno per un’ora, e nel frattempo gli spiegano pure il ciclo dell’acqua e le frazioni?”.
Ma non c’è soltanto il problema dell’insegnamento in contemporanea per 20 o 25 scolari.
“C’è il crollo della disciplina, della capacità di attenzione, degli skill sociali, la rapida regressione dei nostri figli, a convincerci definitivamente che gli insegnanti sono dei geni, la scuola è una grande invenzione, e noi non possiamo vivere senza”.
Gli insegnanti ringraziano. Tra gli effetti positivi di una tragedia planetaria come quella del Covid-19 si potrà annoverare anche una maggiore considerazione per il ruolo dei docenti?
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