Uil: no alla chiamata diretta

Turi: non è firma ideologica, è firma di merito su chiamata diretta e bonus. Il referendum per dare segnale forte di dissenso. Ci auguriamo che il governo decida di intervenire prima

Assunto di  partenza per la Uil Scuola  è la volontà di risolvere i problemi del personale attraverso l’azione sindacale. Per questo si  valuteranno nel merito i quesiti referendari.  La nostra non è una firma ideologica ma sul merito delle questioni”. Così il segretario della Uil Scuola, Pino Turi, che oggi ha firmato due dei quattro referendum sulla scuola.  

E’  sui singoli quesiti, in particolare quelli relativi alla chiamata diretta e del bonus, infatti, che si attiverà l’intervento del sindacato per favorire un esito mirato del referendum abrogativo che è pur sempre un mezzo costituzionale di democrazia partecipativa. 

Il risultato del  referendum” – aggiunge la Uil – si pone in un quadro di esiti incerti, se letto nell’ottica della  soluzione dei diritti lesi dei lavoratori. In questa prospettiva, i quesiti che riguardano i poteri affidati impropriamente ai dirigenti scolastici, la chiamata diretta, la valutazione dei docenti e dei dirigenti, rappresentano valide ragioni per percorrere una strada difficile, che rappresenta  una battaglia di libertà a favore della scuola pubblica, quella voluta dalla Costituzione. E’ una battaglia a cui vogliamo partecipare.  Oltre a firmare per i quesiti del referendum, ci attiveremo per raccogliere nelle scuole tantissime firme. Il risultato della petizione rappresenterà il segno dell’opposizione alla legge del Governo sulla scuola.” 

Tuttavia, mette in chiaro Turi, “il referendum è la ratio estrema, e ci auguriamo che il governo decida di intervenire prima. Il Parlamento, infatti,  potrebbe modificare le norme sbagliate della 107/2015 “.