Tutti a scuola! Nel mirino esoneri, distacchi e comandi
Nella manovra di rientro della spesa pubblica non c’è soltanto la riduzione del 10% dei distacchi sindacali, già intaccati poco tempo fa dai provvedimenti dell’ex-ministro Brunetta, e della contrazione dei permessi sindacali.
L’Amministrazione scolastica sembra intenzionata a rimandare a scuola il maggior numero possibile di docenti, dirigenti scolastici e Ata che per le più disparate motivazioni (formalmente regolari) non insegnano e, pagati dallo Stato, fanno altro a favore di soggetti pubblici e privati.
C’è prima di tutto un sommerso, frutto di convenzioni tra enti e ministero, che consente da anni ad un numero imprecisato di insegnanti (20?, 100? di più?) di lavorare a favore di terzi (ricerca, studi, ecc.), lontani dalla cattedra, ma pagati dallo Stato.
Si tratta di “fuori sacco”, rispetto alle normali norme in materia, che meriterebbe una rilevazione puntuale e rigorosa.
Nel mirino dell’Amministrazione sembra che vi siano anche esoneri e semiesoneri di vicepresidi e collaboratori del dirigente scolastico. Però, se la spending review non assegna una delega all’Amministrazione, occorrerà una legge apposita per rivedere la materia degli esoneri.
Si parla anche di un “tutti a scuola” dei docenti distaccati presso enti vari non pagati dallo Stato perché in carico agli enti stessi.
Insomma, un “tutti a scuola” con furore da cui, per il momento, si salvano i docenti distaccati per l’autonomia presso la stessa Amministrazione scolastica centrale e periferica, ridotti dal prossimo settembre da 500 a 300 per effetto di una manovra di contenimento della spesa pubblica varata l’estate dal governo Berlusconi.
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