Turi (Uil) su dati EaG: ignorata l’emergenza stipendi

Il ministro dell’istruzione – commenta Pino Turi, segretario della Uil Scuola –  vede nel rapporto Ocse Education at a Glance 2015 “solo il ritardo dell’Italia nella valutazione degli insegnanti e dei dirigenti a cui la legge avrebbe posto rimedio. Come dire che il prestigio sociale che è venuto meno nei confronti dei docenti italiani possa derivare dal fatto che non sono stati valutati. E’ un bel modo di rispondere ad una situazione che è una vera emergenza stipendiale che viste le esigue risorse per il rinnovo del contratto (circa 8 euro lorde medie pro capite) è destinata a permanere ancora“.

Ma “è una fotografia a tinte ancora in bianco e nero quella che ci consegna, ancora una volta, il rapporto Ocse: le retribuzioni dei docenti sono le più basse dell’area UE, l’investimento in istruzione dell’Italia (comprese le private) è di 1,3 % in meno della media UE, rispetto ai lavoratori con  qualifiche equivalenti gli stipendi dei docenti italiani sono il 33% in meno, il rapporto alunni docenti è  più alto della media europea“.

In realtà, prosegue Turi, “La continua propaganda del Miur sulla legge di riforma della scuola nasconde i problemi, vecchi e nuovi di questi giorni, come l’ulteriore pasticcio dei docenti assunti nella scuola di secondo grado e dirottati nelle scuole medie. Si continuano a mettere pezze che sono peggio del buco di una legge rigidamente ideologica e praticamente irrealizzabile. I docenti neo immessi in ruolo della fase C della scuola secondaria di secondo grado sono stati retrocessi nella scuola di primo grado; un vero e proprio abuso che  fa capire come funzionerà la scuola del futuro, quella degli ambiti da cui scegliere i docenti da utilizzare per tappare buchi ed inefficienze senza alcuna coerenza con la propria abilitazione. Docenti che saranno poi  valutati, ma sulla disponibilità ad accettare ogni sorta di impiego, piuttosto che sulle competenze e le performance che non si capisce chi e come dovrà valutare“.