Troppi alunni disabili cambieranno docente di sostegno

Due anni fa, al ritorno in classe nel nuovo anno scolastico, il 48% circa degli alunni con disabilità si era ritrovato con un nuovo sconosciuto docente di sostegno, cioè quasi la metà dei 256 mila alunni disabili di quell’anno.

Il prossimo 14 settembre, alla ripresa della scuola in presenza, la situazione sarà peggiore: ben più della metà (circa il 59%) dei 280-285 mila alunni disabili previsti non troveranno in classe il loro insegnante di sostegno dello scorso anno.

Sarà un ulteriore motivo di disorientamento per questi ragazzi fragili, pesantemente disorientati da mesi di esclusione dalla loro scuola e dai loro compagni, ora inseriti all’interno di una scuola imbrigliata da nuove regole di organizzazione e di vita a causa dell’emergenza sanitaria.

L’anno scorso gli alunni disabili inseriti in scuole statali avevano sfiorato le 270 mila unità; quest’anno, secondo la tendenza in atto potrebbero essere 10-15 mila di più.

I posti di sostegno l’anno scorso erano stati oltre 173 mila, di cui poco più di 100 mila stabilizzati in organico di diritto e poco più di 73 mila in deroga.

Quest’anno i posti di sostegno potrebbero raggiungere le 185 mila unità, incrementando ulteriormente i posti in deroga che per legge vengono assegnati a docenti con contratto a tempo determinato con nomina fino al 30 giugno (senza diritto di riconferma sul posto occupato nel 2019-2020).

I posti di sostegno in organico di diritto hanno subito un lieve incremento passando dai 100.079 posti del 2019-2020 a 101.164 di quest’anno: circa 1.100 posti stabilizzati in più, pari all’1% dell’organico di diritto.

La stabilizzazione del personale di questo delicato settore è però ben lontana dall’essere raggiunta, mentre i posti di sostegno in deroga registreranno probabilmente un incremento ben maggiore, acuendo sensibilmente il divario tra stabilità e precarietà del settore.

Il rapporto tra posti in organico di diritto e posti in organico di fatto nel sostegno è quello che, tra tutti i settori scolastici e le classi di concorso, fa registrare il più basso tasso di stabilità: il 55%. Se però il rapporto, anziché essere riferito ai posti, viene calcolato sul personale in servizio su quei posti (docenti di ruolo e docenti supplenti), il tasso di stabilità scende al 44%.

Ciò significa anche che il settore della disabilità soffre attualmente di un tasso di precarietà del personale intorno al 56%. Il più alto in assoluto tra tutte le tipologie di posto e di classi di concorso.

La stabilizzazione di questo delicato settore è, dunque, ben lontana dall’essere conseguita e, anzi, tende a diminuire ogni anno a causa del divario tra organico di diritto (pressoché stabile) e posti in deroga (in costante e sensibile aumento).


Alla luce di questi dati sconfortanti, che speranza hanno gli alunni disabili di ritrovare il docente di sostegno dell’anno scorso? Poca.

Quasi tutti gli 84 mila e più docenti nominati su posto in deroga andranno su nuove sedi, vanificando ogni speranza di continuità didattica. Si può sperare che almeno 2 mila docenti siano riconfermati sulla stessa sede. Ma si tratta soltanto di una tenue speranza.

A seguito della mobilità e dei pensionamenti, sono rimasti vacanti circa 22 mila (esattamente 21.827) posti fissi in organico di diritto che saranno coperti in minima parte da nuove immissioni in ruolo e per i restanti posti da docenti a tempo determinato con nomina annua.

Come sui posti in deroga è molto difficile che quei supplenti annuali (19 mila) possano essere confermati sullo stesso posto dell’anno scorso. Si può stimare e sperare che al massimo 500 supplenti siano confermati sulla stessa sede.

I restanti 78 mila docenti rimasti titolari su posto di sostegno, almeno quelli, la continuità didattica la possono garantire?

Non del tutto, perché tra di loro diversi docenti di ruolo, sfruttando le attuali disposizioni, hanno ottenuto il trasferimento su altre sedi pur rimanendo all’interno del quinquennio obbligatorio di permanenza sul sostegno.

Ottimisticamente si può stimare che circa 73 mila titolari siano rimasti nella stessa sede, rinunciando al trasferimento.

In definitiva, si può attendibilmente stimare che sui circa 185 mila posti di sostegno che verranno attivati quest’anno saranno confermati sulla stessa scuola (e sugli stessi alunni disabili) non più di 75.500 docenti di sostegno, pari al 41%.

Docenti di ruolo confermati in sede

Supplenti annuali confermati in sede

Supplenti su posti in deroga confermati su sede

Totale docenti confermati in sede

73.000

500

2.000

75.500 su 185.000

(41%)

 

Potrà quindi garantire la continuità didattica ai loro alunni il 41% dei docenti di sostegno confermati nella stessa scuola dello scorso anno, mentre per il restante 59% non potrà esserci conferma e continuità.

In proporzione ai docenti di sostegno confermati in sede, potranno beneficiare di questa conferma circa 115 mila dei 280-285 mila alunni disabili previsti per il 2020-21. Troveranno invece un docente di sostegno sconosciuto circa 170 mila alunni disabili.

Per loro, dunque, nessuna attenzione prioritaria; e nel convulso avvio del nuovo anno scolastico, se non saranno gli ultimi ad essere considerati, sicuramente non avranno un trattamento prioritario.

Tutti gli approfondimenti, i numeri e i dettagli saranno nel nuovo dossier di Tuttoscuola sul sostegno, in uscita nei prossimi giorni.