Trend demografico 2030: il boom della Svezia, il crollo dell’Italia

La depressione demografica, che in Italia evidenzia una situazione pesantemente negativa, in Europa invece, secondo i dati presentati da Stefano Molina della Fondazione Agnelli nei giorni a Roma al convegno di TreellleIl coraggio di ripensare la scuola”, presenta una situazione ben diversa, nella quale i principali Paesi europei mostrano prospettive di sviluppo differenziato e, comunque, niente affatto depresso come in Italia.

Fondazione Agnelli, sulla base dell’andamento demografico dei Paesi UE, ha elaborato l’evoluzione della popolazione scolastica europea di età compresa tra i sei e i sedici anni (fascia dell’obbligo scolastico) tra il 2015 e il 2030.

Assumendo a riferimento l’anno 2015, identificato con indice di base = a 100, i Paesi dell’Unione prevedono una evoluzione media pari a 99 nel 2030, cioè un andamento complessivamente stabile senza sostanziali variazioni. Ma il dato è meramente statistico, perché sono le situazioni evolutive dei singoli Paesi ad avere valore.

Il Paese che in vista del 2030 avrà la maggiore evoluzione è la Svezia, che passerà dal valore base = a 100 nel 2015 a 125 nel 2030.

Avranno una evoluzione positiva il Regno Unito e la Germania, per i quali la previsione per il 2030 è pari a 109.

La Francia dovrebbe attestarsi per il 2030 sullo stesso valore della media europea, pari a 99.

Di poco sotto quella media il valore che dovrebbe essere conseguito dalla Polonia, attestandosi su 98, di poco sotto la media UE.

Lontana da quei valori la Spagna che per il 2030 dovrebbe avere una evoluzione negativa intorno a 93 punti.

E l’Italia? All’estremo in basso. La depressione demografica italiana, secondo le elaborazioni della Fondazione Agnelli, nel 2030 toccherà il valore più basso: 85 punti. A meno che nel frattempo interventi strutturali riescano a invertire il trend della denatalità.