Tosse da stress, ne soffrono 15 bambini su 100

Non sempre quella tosse stizzosa che perseguita il bambino per tutto il giorno, quella sensazione di mancanza d’aria, o il bisogno continuo di schiarirsi la gola sono indicativi di una patologia fisica vera e propria. Se infatti tutti questi sono sintomi che portano a credere che ci sia un’allergia respiratoria o un peggioramento dell’asma, talvolta può trattarsi di disturbi respiratori cosiddetti disfunzionali, psicosomatici, o “somatoformi” come oggi piu’ correttamente vengono definiti.

Un problema che colpisce il 15% di bambini e adolescenti. Se ne è discusso in occasione del IV Forum della Societa’ Italiana Medici Pediatri (SIMPe) e dell’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paido’ss), a Bologna dal 19 al 21 ottobre. Secondo gli esperti il fenomeno è in crescita esponenziale, per cui riconoscere e intercettare tempestivamente un disturbo del genere diventa fondamentale anche per impedire ripetute indagini diagnostiche e inutili e dannosi tentativi terapeutici, oltre al cosiddetto “doctor shopping”, il girovagare dei genitori disperati alla ricerca di risposte.

“Dieci, vent’anni capitava raramente di vedere casi di disturbi respiratori funzionali – spiega Giorgio Longo, pediatra allergologo dell’Istituto Burlo Garofolo di Trieste – oggi invece nei pronto soccorso e perfino nei reparti è comune trovare bambini con disturbi su base psico-comportamentale. I più comuni sono la tosse persistente di tipo ticcoso, ma anche la sensazione di mancanza d’aria che si accompagna a iperventilazione, un problema che compare spesso in ragazzi dell’età adolescenziale, a partire dai 12-13 anni e con una frequenza doppia nelle ragazzine”.

Appunto, secondo gli esperti, 15 ragazzini su 100 soffrono di problemi di questo tipo. “Una diagnosi corretta oltre che per escludere una patologia organica e interrompere percorsi diagnostici e terapeutici – spiega Giuseppe Mele, presidente della Società Italiana di Medicina Pediatrica (SIMPE) – permette di tranquillizzare i ragazzi e le loro famiglie, e questo è il punto di partenza fondamentale per cercare di risolvere i problemi che stanno alla base di queste condizioni”.

Le patologie psicosomatiche peraltro sono spie del tempo in cui viviamo che, secondo Longo, “ha prodotto una generazione di bambini stressati, adolescenti che non hanno piu’ punti di riferimento solidi nella scuola, nella famiglia, nella chiesa e che per questo sono molto fragili psicologicamente. Spesso questi disturbi sono la conseguenza di disagi familiari, per esempio un divorzio o abusi in famiglia, oppure il risultato dell’ansia di non riuscire a soddisfare le aspettative dei genitori, per esempio nello sport”.