TFA speciale: tutti scontenti

La decisione del ministro Profumo di avviare i TFA speciali rendendo ‘speciali’ anche le sue regole di funzionamento sembra aver scontentato tutti.

Ha scontentato i corsisti dei TFA ordinari (20.000) e i 750 docenti universitari che hanno sottoscritto l’appello rilanciato dall’ADi (Associazione Docenti italiani) volto a bloccare il TFA speciale. Ha però scontentato anche gli interessati ai TFA speciali (75.000) perché il provvedimento con il quale essi sono stati ammessi ai corsi prevede una prova nazionale (non selettiva, però) che li scaglionerà in tre anni e perché il punteggio che acquisiranno dopo aver terminato il corso sarà comunque inferiore a quello assegnato a chi avrà frequentato con successo i TFA ordinari (in analogia, si è giustificato il Ministero, con il trattamento riservato a chi aveva in passato acquisito l’abilitazione con i corsi SSIS).

E’ evidente che il ministro Profumo ha cercato di mediare, essendovi peraltro in qualche modo costretto da una precisa indicazione pervenutagli dal Parlamento, tra due interessi (e due ‘filosofie’) contrastanti: quello di coloro che sono stati ammessi al TFA ordinario attraverso un impegnativo percorso selettivo (filosofia meritocratica) e quello di chi ha lavorato nella scuola per anni (almeno tre) consentendole bene o male di funzionare, e che mal sopporta l’idea di doversi sottoporre a un percorso di formazione iniziale, ritenendo di aver guadagnato sul campo i titoli per essere considerato abilitato (filosofia che potremmo chiamare funzionalista, perché ricorda un’antica battaglia sindacale per il riconoscimento della qualifica funzionale).

Ora c’è da temere, ma anche da aspettarsi, che gli scontenti più scontenti ricorrano contro il ‘lodo’ profumiano: l’ADi ha annunciato che sosterrà il ricorso al TAR degli ‘ordinari’ contro gli ‘speciali’, mentre gli ‘speciali’ esperiranno a loro volta la via giudiziaria per farsi riconoscere, in base alla normativa europea, il diritto all’incarico a tempo indeterminato, e il riconoscimento degli anni di precariato, ovviamente senza bisogno di frequentare alcun corso abilitante.