La scuola svilita dal TAR invasivo

Non è il primo caso e, purtroppo, non sarà nemmeno l’ultimo. Parliamo dell’ennesima sentenza con cui un TAR ha disposto la promozione di un’alunna bocciata dalla scuola a causa delle numerose insufficienze: una delle tante decisioni dei tribunali regionali arrivata, questa volta, all’onore delle cronache.

Da anni si ripetono queste umiliazioni della scuola da parte di taluni giudici amministrativi, che spesso si rifugiano nella formula di comodo dell’ordinanza cautelare che porta alla sospensione immediata della bocciatura, con la conseguenza che la sentenza definitiva arriverà dopo mesi o anni, mentre nel frattempo l’alunno ex-bocciato avrà già ripreso il suo percorso scolastico interrotto.

Il ministro Valditara è rimasto colpito dall’ultima decisione clamorosa dei giudici amministrativi. “Leggerò attentamente la sentenza del Tar del Lazio per appurare se ci sono stati difetti procedurali nel percorso che ha portato a una bocciatura votata all’unanimità per insufficienze, alcune gravi, su 6 materie – ha dichiarato il ministro – oppure se il pronunciamento che ha annullato quanto deciso dai docenti è frutto di un indebito giudizio nel merito del provvedimento”.

Valditara ha anche aggiunto: “Ho costituito un gruppo di lavoro composto da esperti nel diritto scolastico e nella giurisprudenza amministrativa per definire norme più stringenti affinché, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino e fatte salve le verifiche sulla regolarità delle procedure, non vengano messe in discussione valutazioni puramente tecniche che presuppongono specifiche competenze interne all’ordinamento scolastico”.

Concordiamo con il ministro: è ora di finirla con queste indebite invasioni di campo dei giudici nelle competenze esclusive di merito degli insegnanti.

Alla luce anche di quanto emerso dai dossier di Tuttoscuola sui diplomifici, a proposito delle sentenze del TAR sui cosiddetti studenti lavoratori degli istituti paritari sospetti, l’immagine dei giudici dei tribunali amministrativi regionali non ne esce certamente esaltata. 

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