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Testi scolastici palestinesi: imbarazzo negli ambienti politici

Sta destando scalpore la dettagliata denuncia di Ernesto Galli della Loggia, pubblicata nei giorni scorsi sul “Corriere della sera” nei confronti dei libri di testo in uso nelle scuole della Palestina e finanziati da cospicui fondi internazionali con apporto anche del nostro Paese.
Nel servizio, dall’eloquente titolo “Ragazzi palestinesi, lezione di odio. Nelle scuole di Arafat i manuali, pagati dall’Onu e dall’Unione Europea, demonizzano gli ebrei“, sono numerosi i riferimenti ai testi scolastici studiati dai ragazzi palestinesi per un’educazione antisemitica dalle prospettive sconcertanti. Il servizio è tratto dalla pubblicazione “Les manuels scolaires palestiniens: une génération sacrifiée, Berg International éditeurs, 2003″
Ignoro se un ufficio del nostro ministero degli Esteri o di qualche altro ministero abbia seguito tale programma, ma è certo che, se ve n’è stato uno, il suo responsabile dovrebbe forse qualche spiegazione all’opinione pubblica italiana per l’uso menzognero e ferocemente antiebraico che è stato fatto del denaro del contribuente italiano“, scrive Galli della Loggia. “L’elencazione degli errori, delle omissioni e delle vere e proprie falsità ammannite agli studenti palestinesi dalle loro scuole è davvero impressionante“. E ancora, “Ci sono tutte le premesse per negare nella maniera più assoluta non solo la legittimità ma perfino la stessa esistenza fisica dello Stato di Israele che infatti è letteralmente e vigorosamente cancellato da tutte le carte geografiche che costellano questi testi (su 28 carte neppure una fa eccezione)...”.
Sono già state presentate interrogazioni parlamentari sul servizio giornalistico per chiedere conto dell’impiego di fondi italiani per questa azione “educativa” dei giovani palestinesi.
In alcuni ambienti politici italiani che da sempre sono impegnati per la pace in medioriente, a difesa soprattutto del popolo palestinese, c’è imbarazzo non solo per quell’impiego dei fondi, quanto soprattutto per l’azione, ormai decennale, di violenza alla pace e di istigazione all’odio antisemita.

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