Tempo prolungato nelle scuole medie: se raccogliesse la sfida di don Mazzi

Il messaggio propositivo di don Mazzi per una scuola media alternativa a favore di ragazzi con il cuore caldo e la testa fredda, potrebbe essere accolto, eventualmente in via sperimentale, dalle scuole secondarie di I grado organizzate in tempo prolungato.

A differenza del tempo pieno della scuola primaria, il tempo prolungato nella secondaria di I grado è da anni in caduta libera, forse proprio per l’incapacità di attrarre e coinvolgere gli adolescenti che esigono, come sostiene don Mazzi, un’offerta di servizio più aderente alle loro aspettative e ai loro interessi di conoscenza e informazione.

Nel 2005-2006 si avvalevano del tempo prolungato più di 450 mila ragazzi, ma già quattro anni dopo il numero di iscritti al tempo prolungato si era ridotto di oltre 85 mila unità.

Nel 2013-14 il numero di ragazzi che si avvalevano del tempo prolungato era sceso a 247.287 con un ulteriore decremento, rispetto a quattro anni prima, di oltre 117 mila unità.

E quest’anno, in una flessione continua che sembra ormai irreversibile, il numero si è ridotto a poco più di 193 mila unità.

La proposta di don Mazzi potrebbe avere un doppio effetto: creare una didattica alternativa più motivante e attraente, e, conseguentemente, fermare l’emorragia di iscritti invertendo la tendenza negativa in atto. 

Per ottenere questo radicale cambio di marcia, occorrerebbe in qualche modo accogliere la proposta di don Mazzi: “I programmi e gli orari li dividerei lungo tutta la giornata in tre parti ben definite: con un terzo di lezioni frontali «sfrondate», un terzo di attività di palestra e di laboratorio e un terzo di attività di biblioteca e musica”.

Nel tempo prolungato, oltre alle tradizionali 30 ore di lezione, ce ne sono altre 6 o 10 aggiuntive in fascia pomeridiana che potrebbero diventare, più di quanto avviene forse oggi, attività laboratoriali, di palestra e di musica.

Potrebbe essere una sfida per non morire.