Ted Kennedy, un amico della scuola

Tutti i media dedicano grande spazio alla morte del senatore Ted Kennedy, l’ultimo e secondo alcuni osservatori il più influente esponente politico della famiglia Kennedy, protagonista delle vicende politiche e parlamentari americane degli ultimi quarantacinque anni, e autorevole sponsor della candidatura di Barack Obama nelle recenti elezioni presidenziali USA.

Si ricorda, in particolare, la straordinaria autorevolezza con la quale il senatore del Massachusetts (carica sempre ricoperta dal 1964, subentrando al fratello John F. Jennedy) ha guidato le numerose commissioni delle quali è stato presidente, dando prova nello stesso tempo di duttilità e di fermezza. Come nel caso del dibattito e dell’approvazione, nel 2001, della legge di G.W. Bush “No Child Left Behind”, profondamente modificata rispetto alla sua stesura iniziale e perciò approvata con larga maggioranza bipartisan.

Una legge concepita da Bush (sull’onda lunga della Reaganomics) essenzialmente come un grimaldello per la privatizzazione della scuola pubblica tramite i vouchers (buoni scuola), diventata per iniziativa di Kennedy uno straordinario sistema di incentivi agli Stati a sostegno della riduzione del gap tra studenti appartenenti alle classi privilegiate e studenti delle classi povere e delle minoranze etnico-linguistiche.

Una linea di politica scolastica non sempre sostenuta da adeguati finanziamenti (anche a causa della politica estera e militare di Bush), ma di notevole efficacia, tanto da essere stata recentemente confermata e rafforzata – con il raddoppio degli stanziamenti – dal presidente Obama. “Un grande leader“, da detto Obama di Ted Kennedy, “grazie al quale molti, me compreso, possono oggi realizzare i loro sogni in un’America che è più giusta e più uguale“.