Tagli o risorse aggiuntive?

Il ministro Moratti, in un intervento su “Il Sole 24 ore” del 26 settembre, prima del varo della nuova Finanziaria, ha affermato, tra l’altro, che, per liberare risorse finanziarie a favore della riqualificazione del sistema di istruzione, è necessario abbassare il peso dei costi del personale che oggi incide per il 95 per cento del bilancio del ministero.
Una scelta che dovrebbe far scendere nel giro di cinque anni l’incidenza sul bilancio all’80 per cento, “per liberare risorse per investimenti sulle strutture, sulla formazione dei docenti, sul miglioramento dell’offerta formativa”.
Facciamo due calcoli. Attualmente il bilancio dell’istruzione è di 64.160 miliardi annui, di cui 61.471 (il 95,8 per cento) per il funzionamento. Per avere un riferimento, l’obiettivo dell’80 per cento equivarrebbe, ai valori di oggi, a circa 51 mila miliardi, cioè oltre 10 mila miliardi da far passare dalle spese di funzionamento a quelle di investimento.
Come arrivare in un quinquennio ad un obiettivo tanto ambizioso?
Ci si può muovere in due direzioni: ridurre il costo del personale (invarianza del bilancio) oppure aumentare sensibilmente le entrate del bilancio (invarianza dei costi del personale).
In mezzo – e sembra la strada più praticabile – un po’ dell’uno e un po’ dell’altro.
Infatti, ragionando in termini di invarianza di costi del personale, si centrerebbe l’obiettivo con un incremento delle risorse annuali – sempre ai parametri di oggi – pari a quasi 13 mila miliardi (+ 20%).
Difficile da ipotizzare, nello scenario economico attuale.
Se invece, in linea teorica, si dovesse operare solamente sugli organici, sarebbe necessaria una riduzione nel quinquennio di circa 175 mila posti (-15%) degli attuali 1.100.000 circa (supplenti annui compresi). E, per arrivarci, dovrebbe essere bloccato il turn over (pensionamenti sì ma niente assunzioni). Ma il governo ha già dato un segnale: nella finanziaria 2002 si parla di blocco delle assunzioni in tutti i comparti, con esclusione della scuola.
Per il momento sembrano essere piuttosto i costi di organizzazione del lavoro ad essere presi di mira, visto che la Finanziaria parla di piena attivazione degli orari di cattedra, eliminazione degli spezzoni (orari di completamento della cattedra intera) e non sostituzione del personale assente con supplenti per i primi 30 giorni.