Supplentite guarita in tre anni/2. Dove e come intervenire

Tre anni per riportare la questione delle supplenze nelle scuole a fenomeno fisiologico, circoscritto alle sole supplenze brevi. Cosa fare? Come intervenire?

Le aree critiche e di possibile intervento sono almeno tre: i posti di sostegno in deroga, gli spezzoni di cattedra della secondaria, l’organico potenziato.

Oltre ai posti annuali vacanti (da coprire con il concorso) vi sono ogni anno altri 80-85 mila posti in organico di fatto (coperti con supplenze temporanee fino al 30 giugno) dovuti a migliaia di posti di sostegno in deroga e a spezzoni di cattedra nella scuola secondaria di I e II grado.

Oggi i posti di sostegno in deroga, coperti con supplenti temporanei, sono circa 40 mila, 16 mila in più di quelli dell’anno scorso. Visto che è confermata la tendenza all’incremento di questi posti di sostegno, è probabile che al termine del prossimo triennio quei 16 mila possano diventare complessivamente 70-80 mila.

Per curare la supplentite dei posti in deroga occorre stabilizzarli, trasformandoli in organico di diritto. Il ministro ha la forza di convincere il MEF a compiere questo passo che comporterebbe anche un incremento dei costi annui attuali dei supplenti temporanei di sostegno pari al 17%? 

Riguardo agli spezzoni di cattedra, anche se ricondotti a cattedra intera, essi normalmente non fanno parte dell’organico di diritto e, quindi, vengono assegnati in supplenza. Ricondotti a cattedra intera di 18 ore, sono 35-40 mila ogni anno. Stabilizzarli sembra improbabile.

Inizialmente si era pensato di risolvere il problema con l’organico potenziato, tanto che nel documento di presentazione della Buona Scuola si prevedeva all’obiettivo “3. basta supplenze” di garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze …

Ma la successiva legge 107/15 ha previsto che quel team stabile (organico aggiuntivo) deve servire ad altro in base alle scelte delle istituzioni scolastiche e, soltanto in subordine, il dirigente scolastico può effettuare “le sostituzioni dei docenti assenti per la copertura di supplenze temporanee fino a dieci giorni con personale dell’organico dell’autonomia”.

Così com’è, dunque, l’organico aggiuntivo non aiuta a risolvere il problema degli spezzoni.

A meno che il ministro Giannini non abbia qualche asso nella manica da giocare per risolvere concretamente la supplentite.