200mila supplenti con le valigie pronte

Tra poco più di un mese, gli Uffici scolastici provinciali, dopo avere concluso le eventuali nomine in ruolo di docenti dalle graduatorie di merito dei concorsi (GM) e dalle graduatorie ad esaurimento (GAE), dovranno affrontare, come ogni anno, la complessa operazione delle nomine degli oltre 200mila supplenti (annuali o fino al termine), attraverso le graduatorie provinciali delle supplenze (GPS). Numeri enormi, raddoppiati negli ultimi sette anni, come descritto nello studio pubblicato nel numero di aprile 2023 della rivista mensile “Tuttoscuola” (qui una sintesi).

Per le nomine dei supplenti anche le singole istituzioni scolastiche interverranno ad integrazione o completamento del lavoro degli Uffici provinciali.

Tutto, però, ricomincia da capo, come se ci si trovasse all’anno zero e, per certi aspetti, come se l’analoga operazione dell’anno scorso fosse stata completamente azzerata e mandata in archivio senza avere alcun legame con il futuro.

Per quanto riguarda i supplenti, nessuna disposizione, infatti, prevede un qualsivoglia legame con il passato, cioè nessuna possibilità di essere confermati nella stessa sede dell’anno scorso.

Per loro, terminata la supplenza del 2022-23, la continuità didattica è azzerata.

Resta soltanto la speranza (la casualità) che, per effetto della posizione di graduatoria, mantengano la possibilità di scegliere la riconferma. Ma si tratta di una possibilità riservata a pochi.   

Mentre negli uffici amministrativi e nelle segreterie ferve questa complessa operazione d’inizio d’anno, gli alunni e le loro famiglie attendono il primo giorno di scuola nella speranza di ritrovare (se sono apparsi bravi) i docenti dell’anno scorso, compresi i supplenti.

Lo sperano, in particolare, molte famiglie di alunni con disabilità.

La discontinuità di nomina dei supplenti è un’altra sfaccettatura del principio della continuità didattica (affermato solennemente, ma non praticato efficacemente).

Eppure, una strada possibile per cercare la conferma del supplente sulla sede dell’anno precedente c’è, come dimostra da anni la Provincia di Trento.

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