Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Sulla lettura i quindicenni inglesi in difficoltà

Il Dipartimento britannico per l’istruzione ha pubblicato in questi giorni un’analisi comparativa dei risultati che i quindicenni britannici hanno ottenuto nelle rilevazioni internazionali.

Riguardo alle capacità di lettura le conclusioni sono poco confortanti.

Infatti, rispetto ai pari età di Shangai, i quindicenni britannici risulterebbero indietro di oltre un anno, di almeno un anno rispetto ai sud coreani e ai finlandesi e in ritardo di almeno sei mesi rispetto ai ragazzi di Hong Kong, Singapore, Canada e Nuova Zelanda.

I responsabili del dipartimento, commentando la scoperta, hanno detto che il gap è rilevante e che il problema nasce fin dai primi anni di scuola. Il governo è corso subito ai ripari con alcune iniziative: una nuova rilevazione per i bambini di 6 anni sulla pronuncia di lettere e gruppi di lettere che partirà già dalla prossima estate e un test per gli undicenni sulla pronuncia e la punteggiatura dal 2013.

Inoltre, un finanziamento di 50 mila sterline, quasi 60 mila euro, sarà destinato ad allestire 5 campi estivi per circa 1000 ragazzi in età scolare, provenienti da famiglie disagiate, dove potranno approfondire sia le competenze linguistiche che matematiche, ma anche fare sport e musica.

I dati utilizzati nel rapporto derivano dalle indagini OECD e portano di conseguenza a confrontare i diversi sistemi scolastici: mentre in oriente una buona parte del lavoro scolastico è destinata alla preparazione degli studenti in vista delle prove di rilevazione, in un Paese come la Finlandia nulla di tutto questo accade.

Il Paese scandinavo da tempo saldamente ai primi posti dei test internazionali, ha un approccio educativo personalizzato centrato  sulla partecipazione attiva degli studenti nel proprio percorso educativo e formativo, non prevede test fino ai 16 anni e ha meno ore di lezione rispetto ad altre nazioni interessate dalle rilevazioni OECD. Parallelamente, il sistema non prevede scuole private, gli istituti sono tutti comprensivi, si favorisce l’assunzione degli insegnanti con la migliore preparazione accademica, ai quali è lasciata piena libertà metodologica, e vi è un forte consenso politico sull’educazione.

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