Su internet un progetto europeo per la formazione del personale insegnante

iTEC, questo il nome del progetto, è nato dall’esigenza di orientare il lavoro degli insegnanti pensando agli scenari educativi prossimi venturi. La pervasività crescente dell’informatica e il ricorso sempre più diffuso agli strumenti tecnologici anche in ambito scolastico, esige fin da ora che il personale scolastico sia in possesso di adeguate competenze. I concetti di apprendimento e classe si stanno rapidamente modificando, mentre i social network consentono applicazioni che rendono possibili le esperienze di apprendimento in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.

L’analisi dei dati raccolti in svariate rilevazioni internazionali sulle competenze degli insegnanti ha portato gli esperti del Dipartimento Istruzione dell’università di Lisbona, incaricati del progetto, a chiedersi quale sia il ruolo attuale  e futuro degli insegnanti, quali le competenze necessarie per raggiungere i risultati attesi, quali risorse o percorsi di formazione siano in grado di aiutarli ad ottenere una adeguata preparazione.

Partendo da ciò, si è elaborata una cornice di competenze irrinunciabili attinenti a specifici ambiti: competenze digitali; capacità di pianificazione e gestione; pratica del lavoro in classe; crescita professionale; competenze di tipo etico e sociale.

Per ciascuna area, il progetto prevede tre gradi crescenti di padronanza: da un livello di base definito “funzionale”, ad “innovativo”, per sottolineare le capacità creative in possesso degli insegnanti, indispensabili per progettare soluzioni alternative e più efficaci interventi didattici.

Il progetto, finanziato con 9.45 milioni di euro e sottoscritto da 14 Ministeri dell’Istruzione è già partito nel settembre 2010 e applicato in 1000 classi di 12 Paesi europei.

Il progetto, disponibile su http://itec.eun.org/web/guest/about, è ora aperto all’esame degli Stati europei e alle osservazioni degli insegnanti di tutta Europa in vista di una sua assunzione quale omogeneo percorso di formazione che permetta di esorcizzare “la morte della scuola”, da più parti paventata e, allo stesso tempo, assicuri ai cittadini europei un’istru­zione in grado di rispondere alle molteplici sfide del cambiamento.