Tuttoscuola: Non solo statale

Bonus per docenti paritarie: ci vorrebbe un’anagrafe nazionale

Oltre che tra i rappresentanti della politica, la proposta di estendere il bonus da 500 euro per l’autoformazione anche ai docenti delle paritarie trova adesioni in altri ambiti della società civile.

Secondo Carlo Barberis, presidente di ExpoTraining, la fiera nazionale della formazione presso Fiera Milano, “i docenti rappresentano un importante ‘agente di socializzazione’ nei confronti dei nuovi cittadini, agiscono per ‘trasmettere conoscenza e plasmare le menti’. A tal proposito il corpo docente necessita di una formazione continua atta a costruire percorsi curriculari al passo con le esigenze del Sistema Paese, pertanto tutti debbono accedere ad un sistema di incentivi per la formazione. Ecco perché la legge sulla Buona scuola dovrebbe assicurare il bonus di 500 euro anche ai docenti delle paritarie”.

Favorevole anche Ignazio Venzano, dirigente scolastico di grande esperienza (è stato preside dal 1988 al 2014 di scuole comunali di Genova): “Quanto affermato nel n. 585 di TuttoscuolaFOCUS è assolutamente vero”, sottolineando che le discriminazioni tra il personale docente delle scuole statali e quello delle non statali hanno riguardato anche altri aspetti, dalla possibilità di entrare gratis nei musei statalialla partecipazione ai seminari del Consiglio di Europa, destinati solo al “personale di ruolo”, alla nomina dei commissari agli esami di Stato. E propone alcune interessanti soluzioni. “Basterebbe, tanto per cominciare, creare un database unico nazionale dei docenti delle scuole paritarie, ovvero una anagrafe nazionale in cui inserire i docenti a tempo indeterminato in servizio presso le scuole stesse.

L’anagrafe nazionale degli studenti delle scuole paritarie esiste già e serve per molti fini, non ultimo quello del controllo sull’effettivo numero degli studenti iscritti sia alle scuole statali che a quelle non statali. Per i docenti l’uso di una anagrafe nazionale che comprendesse in una prima fase almeno tutti quelli a tempo indeterminato sarebbe di grande utilità, per sapere quanti sono, se il loro numero è congruo con la grandezza della scuola in rapporto con gli studenti, e quindi anche se la scuola è gestita secondo criteri di correttezza scolastica (tradotto: può servire molto a investigare su eventuali diplomifici). Organizzare una anagrafe nazionale dei docenti delle paritarie non dovrebbe essere un costo: già oggi i gestori delle paritarie sono tenuti a comunicare alle Direzioni Regionali del MIUR i dati degli insegnanti in servizio, ma questa procedura è in genere cartacea e comunque  non unificata e non informatizzata a livello nazionale: è così impensabile e costoso ipotizzare che le segreterie delle scuole non statali, che già hanno parziale accesso al sistema informatico del MIUR per gli studenti, abbiano accesso anche ad un apposito database dove inserire i docenti?”

Il testo integrale dell’intervento di Venziano è a questo link: http://www.tuttoscuola.com/ts_news_727-1.docx

Considera di “evidente interesse favorire in qualche forma lo sviluppo professionale dei docenti delle paritaria” anche un lettore che preferisce rimanere anonimo. “Sarebbe opportuno prevedere anche per i docenti delle paritarie l’obbligatorietà della formazione in servizio. E dunque incentivarla, da parte statale, predisponendo anche per loro la card”, ma con alcune puntualizzazioni: “purché abilitati e regolarmente contrattualizzati (controlli dal sistema centrale MIUR, nominali e previo controllo del loro effettivo servizio”, e “detraendo quei ‘soli 15 milioni di euro’ dal quasi mezzo miliardo che viene loro erogato ogni anno”. Ecco la sua lettera a Tuttoscuola: http://www.tuttoscuola.com/ts_news_727-2.docx

 

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