Tra le principali proposte: digitalizzazione, 2000 scuole innovative, e costo standard
Forza Italia ha presentato in una apposita conferenza stampa online le sue idee su come spendere i 209 miliardi del Recovery Fund. Nell’ampio capitolo riservato all’istruzione, illustrato da Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Istruzione del movimento azzurro, compaiono diverse proposte volte a “superare le debolezze croniche che il Covid ha accentuato e a rimettere al centro i giovani e il loro futuro”.
In primo luogo occorre investire nella ricerca, nell’innovazione e nella transizione al digitale, “poiché l’era digitale è diventata improvvisamente realtà come elemento esistenziale per la società e per la vita delle imprese”. I cambiamenti intervenuti durante la pandemia, sottolinea la parlamentare, “hanno comportato e comportano un’accelerazione verso un uso più ricorrente, decisivo e organizzato delle tecnologie” e per questo “occorrerà avviare una trasformazione dei luoghi, dei modi e dei tempi dell’apprendimento per tutte le età (Life Long Learning), più adatti alla quarta rivoluzione in atto”.
Ma per modernizzare il sistema scolastico occorre anche “rifondare innanzitutto il patrimonio edilizio, costruendo almeno 1000 scuole innovative del primo ciclo e 1000 campus di scuole secondarie superiori. Prevedere in tutti i luoghi destinati all’apprendimento laboratori Stem per formare le competenze per la ‘fabbrica intelligente’, creare Centri Tecnologici Avanzati (Smart Academy) in raccordo con le imprese per disporre di tecnici 4.0, creare centri sportivi, centri per la danza e centri per la musica e il teatro. E perché la scuola italiana abbia docenti a passo con i tempi, occorre formare una nuova generazione di docenti del terzo millennio ed introdurre nuove forme di reclutamento fondate sull’autonomia“.
Un terzo campo di intervento è quello che riguarda “il pluralismo educativo e la libertà di scelta delle famiglie”, che può essere garantita “attraverso un unico sistema di finanziamento di istruzione per la scuola statale e paritaria, che sia pari al costo standard di sostenibilità”.
Si avrebbe così “una diversa concezione dell’education, più libera, di qualità e, soprattutto, che preveda campus innovativi che dovranno man mano sostituire le scuole organizzate come caserme del Novecento con un pieno utilizzo delle tecnologie per la sostenibilità digitale e un raccordo continuo e sinergico tra l’asse dell’innovazione e quello della formazione. Le scuole del terzo millennio dovranno diventare così veri e propri vivai capaci di sviluppare professionalità che anticipino il futuro ed essere luoghi di placement per i giovani in uscita dai percorsi formativi alle diverse età e ai diversi livelli”.
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