Studenti dell’Erasmus esclusi dal voto. Protesta in tutta Europa

I 24 mila studenti italiani che si trovano in vari Paesi europei per partecipare al progetto Erasmus, se vogliono votare alle politiche del 24-25 febbraio, dovranno rientrare in Italia a loro spese, come qualsiasi turista o persona in viaggio per affari o per svago. Né possono recarsi ai seggi appositamente previsti per gli italiani all’estero.

In tutta Europa centinaia di ragazze e ragazzi si stanno mobilitando per far sentire la loro indignazione sia organizzando seggi elettorali improvvisati a Madrid, Parigi, Tolosa e in tante altre città, sia mediante una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica.

Lo riferisce Luca Spadon, portavoce nazionale di Link ‘Coordinamento Universitario’, dopo la conferma, da parte del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, che gli studenti all’estero per il progetto Erasmus non potranno votare; il ministro aveva affermato che “ci vorrebbe una legge ad hoc che non è mai stata fatta”.

Ricordando che il diritto di voto è uno dei fondamenti della vita democratica del nostro Paese, per altro costituzionalmente garantito, gli studenti dell’Erasmus, attraverso le loro rappresentanze, si sono rivolti direttamente al Capo dello Stato.

In mancanza di un provvedimento legislativo ad hoc, si ipotizza lo stanziamento di uno specifico fondo per consentire agli studenti Erasmus di poter essere parzialmente rimborsati, come avviene per i loro coetanei residenti in Italia, delle spese di viaggio che dovranno affrontare per votare.

Per trovare una soluzione alla delicata questione, è intervenuta Elena Ugolini, sottosegretario all’istruzione che ha dichiarato: “Ho parlato con il ministro dell’Interno perché gli studenti che sono all’estero per il programma Erasmus possano poter votare. Sono 24mila, ed è un loro diritto che deve essere garantito. Non possiamo permettere che le famiglie paghino un viaggio di andata e ritorno per un diritto. Stiamo cercando strade per risolvere il problema”.