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Storia e geografia nel biennio dei classici: una proposta

Pubblichiamo una interessante proposta di sperimentazione, inviataci dal nostro lettore Alessandro Carè, riguardante l’insegnamento della discipina Storia e Geografia nel biennio del liceo classico. Invitiamo i lettori a commentare e a proporre nuovi temi di discussione, scrivendoci come di consueto all’indirizzo dedicato la_tribuna@tuttoscuola.com.

 

La disciplina Storia nelle prime due classi degli studi classici sviluppa tradizionalmente conoscenze di preistoria, storia delle civiltà antiche e del medioevo. L’assetto congiunto con Geografia al biennio nelle Indicazioni Nazionali dei curricoli prevede la costruzione di percorsi metodologici comuni portando di fatto a ricostruire lo stretto nesso esistente tra ecosistema e paesaggio antropico.

Gli insegnamenti secondari, allo stato dell’arte, sembrano fondamentalmente incentrati su manuali che dichiarano la volontà di fornire aperture e approfondimenti di varia natura, ma che potrebbero non convincere della loro utilità concreta per gli apprendimenti, laddove mancano i parametri della ricerca applicata e la coerenza di metodo; tanto potrebbe determinare confusione nei contenuti disciplinari, assenza di riferimenti alla cultura materiale, scarso approfondimento sui metodi, assenza di confronto tra culture, nei rapporti e mediazioni, l’assenza di una esplicita focalizzazione sulle fonti materiali della storia; ricorrente è l’incertezza del nesso tra ‘narrazione’ e immaginario antico; non è difficile anche incorrere nella stessa distanza che spesso si frappone tra gli studi scientifici e il pubblico, che non realizza le premesse didattiche per una fruizione allargata.

La creazione di un insegnamento unitario di ‘Archeologia e antropologia del mondo antico’ al biennio del Liceo Classico di Catanzaro con una cattedra a tale disciplina interamente dedicata sembra di fatto poter favorire la maggiore richiesta degli studi classici da parte degli alunni provenienti dal primo grado delle secondarie. In tale ambito disciplinare si vedono realizzare alcuni dei processi di apprendimento e di produzione autonoma di conoscenza per allievi che richiedono un intervento rivolto a un benessere che deriva loro solo dalla conoscenza del territorio e della storia locale, operazione inefficace con il solo supporto dei manuali e talvolta da questi anche mal supportata. Il mancato conseguimento di una conoscenza strutturata della cultura antica, dovuto alla carenza parziale di una prospettiva di recupero di una rappresentazione oggettiva e strutturale delle civiltà, rende il curriculum superiore poco accattivante se il dato dell’esperienza scolastica è la difficoltà di costituire un sistema efficace di organizzazione dei contenuti per le letterature classiche oggetto di studio al triennio: tanto dimostra l’assenza di un intervento adeguato delle discipline storiche, tanto più utile se restituisce stabilità e profondità agli apprendimenti di indirizzo e se il fine dell’intervento al biennio è il conseguimento di competenze utili alla sistemazione dei contenuti disciplinari secondo una logica progressione.

La strategia di intervento ha incontrato limiti nella struttura oraria curricolare che prevede tre ore settimanali per Storia e Geografia: la suddivisione oraria tra le due discipline non appare risolta solo da una didattica modulare che le unifica. Offrendosi però con l’insegnamento esclusivo di Geografia, al primo anno, elementi di storia del paesaggio e di archeologia delle culture, si è operato esclusivamente con il metodo geografico anche per lo studio delle culture antiche extraeuropee, riservando invece al secondo anno lo svolgimento dell’intero curricolo di storia antica e medioevale su base diacronica tradizionale. Il carattere multidisciplinare dell’insegnamento di Geografia al primo anno elabora il patrimonio concettuale necessario agli apprendimenti successivi: è la stessa natura del metodo a imporre una distinzione netta e l’alternanza nello studio delle due discipline.

Archeologia e antropologia del Mondo antico al secondo anno indicherebbe modalità della ricerca storica e una trasmissione di saperi più aperta e concreta attraverso il confronto disciplinare. Le coordinate storiche risultano così inserite in una forma diversa dal modello mnemonico e manualistico. I contenuti dell’insegnamento privilegiano i tratti peculiari delle civiltà avviando alla visualizzazione degli ‘orizzonti culturali’, cronologici e fisici, territoriali, procedendo attraverso il confronto tra culture, paesaggi, modelli e strutture territoriali. Gli allievi formano saperi legati alla visualizzazione e predispongono un sistema di nozioni facilmente disponibili e di lunga durata.

Verrebbe infine a conciliarsi, con contenuti così strutturati, lo studio delle filosofie, dato lo stretto legame con il progetto di vita esperito nelle società antiche. Previsto dal terzo anno del curriculum, l’insegnamento di Storia e filosofia si armonizza solo con i contenuti della Storia dell’arte, anch’essi marcatamente dicotomici rispetto alle Letterature: l’anticipazione dell’arte antica e della filosofia al secondo anno, con incremento orario della cattedra, porrebbe un ordine ai diversi orientamenti epistemologici.

Alessantro Carè, docente nel Liceo Classico “Galluppi” – Catanzaro 

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